IVREA - Un dipinto rubato più di cinquant’anni fa, una battaglia legale ancora in corso, e il desiderio di giustizia che non si spegne. Amedeo Goria, noto giornalista e volto storico della Rai, continua a lottare per riottenere «Venezia», un olio su tela di Giorgio de Chirico, trafugato a suo padre nel 1969.
Dopo essere sparito per decenni, il quadro è riemerso nel circuito dell’arte. Restaurato da un uomo oggi 73enne, fu portato alla Fondazione De Chirico per l’autenticazione: inizialmente respinta, poi concessa, permettendo così la vendita all’asta da parte di Christie’s nel 2015 per 35.000 sterline. Un precedente tentativo di vendita risale al 2011, sempre con Christie’s a Milano.
Nel frattempo, Goria aveva già denunciato il furto, e i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale avevano avviato le indagini. Ma tutto si è arenato: il pubblico ministero ha disposto l’archiviazione, ritenendo i reati - ricettazione, riciclaggio, esportazione illecita - ormai prescritti. Il 73enne resta l’unico indagato.
Goria però non si arrende. Con il supporto dei suoi legali ha presentato opposizione all’archiviazione, chiedendo nuove indagini per far luce su un’opera che ritiene parte della sua eredità familiare. La prossima udienza è fissata per il 2 aprile 2026 al tribunale di Ivrea. Sarà un passaggio decisivo: se le indagini riprenderanno, potrebbe esserci ancora speranza di rintracciare Venezia e restituirla al suo legittimo proprietario.








