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IVREA - Gli ultimi controlli effettuati dal Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, Corepla, sui rifiuti conferiti nelle campane azzurre gestite da Scs, la società che si occupa della raccolta rifiuti a Ivrea e dintorni, dove vengono conferiti gli imballaggi in plastica e metallo, hanno attestato un ulteriore peggioramento della qualità. Mensilmente i rifiuti vengono analizzati più volte per verificare che siano correttamente differenziati e anche lo scorso mese la media di frazione estranea rilevata, i rifiuti cioè che non dovrebbero essere raccolti nelle campane azzurre perché non sono Imballaggi in plastica e metallo, si sono pericolosamente avicinati al limite massimo consentito pari al 22% (siamo al 21.4%).

«Società Canavesana Servizi percepisce un contributo economico ogni mese proprio per la plastica avviata a recupero negli impianti dedicati, afferma il direttore Andrea Grigolon, che aiuta a contenere i costi del servizio di raccolta. Laddove il materiale conferito non sia corretto e presenti delle impurità il contributo economico viene decurtato per l’intero mese che, tradotto in cifre, vuol dire una perdita di circa 60 mila euro per ogni mese. La ricaduta economica è poi a cascata sui Comuni nostri Soci e, quindi, sui cittadini».

Alcuni errori possono essere sicuramente legati a disinformazione da parte del cittadino su che cosa vada correttamente buttato e dove: nel caso degli imballaggi in plastica, metallo e vetro, infatti, non si deve solo valutare il tipo di materiale di cui è composto il rifiuto (è plastica o vetro o metallo, ad esempio), ma considerare anche che nelle campane stradali devono essere conferiti esclusivamente gli imballaggi, quindi solo ciò che serve a contenere trasportare e proteggere le merci e i prodotti dal produttore al consumatore.

Se non è plastica e non è, nello stesso tempo, anche un imballaggio non si può buttare nella campana azzurra. Per restare sulla plastica, quindi, solo gli imballaggi come le bottiglie, i flaconi, le vaschette possono essere correttamente riciclati e trasformati in nuova materia prima, pronta per creare nuovi oggetti o per essere avviata a recupero energetico. Gli imballaggi in bioplastica compostabile, invece, devono essere buttati nell’organico perché trasformabili in compost, l’innaffiatoio deve essere portato al centro di raccolta, così come la bacinella o la sedia da giardino, perché, anche se in plastica, non sono imballaggi, ma comunque riciclabili in altri tipi di raccolte (ovviamente solo se portati nei centri di raccolta e non abbandonati nel territorio).

Se si analizzano i rifiuti non conformi rilevati nelle analisi non solo in termini di quantità, ma anche di qualità, tuttavia, gli errori più consistenti sono difficilmente riconducibili e disinformazione, trattandosi di scarti artigianali/industriali e, soprattutto, di rifiuto organico. Questo avviene in particolare nei Comuni e nelle frazioni con sistema di raccolta «isobarone», in cui l’umido dovrebbe essere gestito dagli utenti prevalentemente con il compostaggio domestico e solo chi non ne ha la possibilità può richiedere il passaggio della raccolta organico con il porta a porta.