IVREA - Paura in carcere a Ivrea ieri, martedì 3 settembre, in diversi reparti della struttura. Si sono verificate fortissime proteste, tensioni e danneggiamenti da parte dei detenuti ristretti al primo e al terzo piano oltre che nel reparto isolamento. I disordini sono iniziati proprio in quest'ultimo reparto intorno alle 18 quando un detenuto di origine marocchina, già autore di esternazioni e violenze, dopo aver effettuato una telefonata ha letteralmente distrutto l'apparato telefonico dell’amministrazione in uso alla popolazione detenuta. Poi, armato di una stampella in possesso a causa di una frattura, ha distrutto tutti i neon presenti nel reparto isolamento e ha colpito un agente della polizia penitenziaria.
Poco dopo i detenuti del reparto hanno ripreso, come accade già da giorni, a sbattere le ante degli armadietti chiedendo il trasferimento altrove. Altri disordini analoghi si sono verificati al primo piano. Al terzo, invece, alcuni detenuti hanno dato fuoco a dei cuscini, distruggendo gli armadietti per poi lanciarli nel corridoio all’indirizzo del personale intervenuto. Sono state lanciate anche bombolette e bastoni di legno contro gli agenti. La situazione è tornata alla normalità solo nel cuore della notte.
«La situazione del carcere eporediese è quanto mai critica e pericolosa per l’incolumità del personale - afferma in una nota Leo Beneduci, segretario generale dell'Osapp, l'organizzazione sindacale autonoma che ha segnalato il caso - ad Ivrea, come in altre decine di penitenziari sul territorio, il malgoverno delle strutture, lo stato di abbandono del personale e l'ingestibilità diffusa dei detenuti a cui sono consentite e perdonate qualsiasi intemperanze e violenze sul personale e sugli immobili, sono ormai la principale caratteristica della gestione del sistema da parte dell'attuale Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Ribadiamo la richiesta che il Governo Meloni per le carceri dichiari lo stato di emergenza nazionale».