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IVREA - Il 26 settembre 2021, Vito Alexandro Riccio si è tolto la vita a 39 anni nel carcere di Ivrea. Utilizzando i pantaloni della tuta, si è impiccato nel bagno della sua cella. La procura di Ivrea ha indagato otto persone per omicidio colposo. Figlio di un poliziotto penitenziario in pensione, Riccio aveva ucciso la moglie e il figlio nove mesi prima a Carmagnola. Prima di questo tragico evento, conduceva una vita ordinaria come rappresentante e non aveva precedenti penali.

Nonostante non sia stato mai accertato se soffrisse di problemi psichiatrici, Riccio aveva già tentato il suicidio dopo il duplice omicidio, bevendo candeggina e lanciandosi dal secondo piano, sopravvivendo miracolosamente. Trasferito nel carcere di Ivrea il 17 aprile, qui ha vissuto sei mesi di gravi sofferenze, come evidenziato dall'indagine coordinata dalla procura. Le otto persone indagate, tra cui l'ex direttore della casa circondariale e vari funzionari, psicologi e psichiatri, sono accusate di non aver preso adeguati provvedimenti nonostante i chiari segnali di disagio psicologico del detenuto. 

La scheda del rischio suicidio era stata declassata da alto a medio il 21 aprile e il funzionario giuridico-pedagogico lo aveva visto solo una volta in sei mesi. Lo psicologo indagato aveva effettuato il primo colloquio con Riccio solo il 14 giugno, nonostante il detenuto lo avesse richiesto già il 19 aprile.