IVREA - Brutte notizie per i lavoratori Vodafone della sede di Ivrea. Nell'ambito di un piano di razionalizzazione delle risorse, l'azienda ha comunicato che 118 lavoratori della sede eporediese perderanno il posto. Sono 118 su 484: quasi il 25% del totale. La scorsa settimana Vodafone ha aperto la procedura di mobilità che interessa tutte le sue sedi italiane e riguarda 1003 dipendenti su 5598. A Ivrea gli esuberi riguarderanno in particolare l'area del «customer fullfilment» con 77 posizioni tagliate su 185.
Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni hanno ribadito all'aziewnda quanto sostenuto lo scorso 13 marzo che non può essere il mero confronto in sede aziendale la soluzione a problemi ben più strutturali. «Non saranno accordi estemporanei a trovare soluzioni a fattori esogeni ed endogeni di un settore in crisi di ricavi e margini costante da oltre un decennio, nonostante la crescente domanda. La riduzione dell’occupazione non è la leva esclusiva per rispondere ad una contrazione dei ricavi. Serve un confronto più ampio e complessivo del settore delle telecomunicazioni, chiamando a responsabilità il Governo, per traguardare un modello industriale che superi la condizione di continua sofferenza».
I sindacati sottolineano che in Vodafone si parla di esuberi ora che l'azienda ricorre ad esternalizzazioni delle attività tramite consulenze e appalti, spesso anche fuori dal settore telecomunicazioni. «E' tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, non può essere il solo confronto tra le aziende del settore ed il sindacato confederale a trovare le risposte per un settore che paradossalmente vede crescere la domanda di connettività e servizi (+300%) ed al contempo affronta una contrazione dei ricavi di 15 miliardi negli ultimi dieci anni».
«In assenza di riscontri, di convocazioni imminenti da parte del Governo, la risposta non potrà che essere l'avvio di un percorso che, attraverso il coinvolgimento delle lavoratrici ed i lavoratori del comparto, metta in campo una lunga stagione di mobilitazione», concludono i sindacati.