LEINI - Sono quattro, per ora, gli indagati per la morte di Abdelkarim Alaa Ragarb Ramadam, l'operaio egiziano di 35 anni che venerdì scorso ha perso la vita dopo un volo di circa dieci metri da un capannone in ristrutturazione a Leini. A quanto pare la ditta per la quale lavorava il 35enne, di proprietà dello zio (uno degli indagati), era in subappalto da un'altra ditta che aveva ottenuto l'incarico per la ristrutturazione del capannone.
Il 35enne si trovava a Leini per montare un ponteggio quando, camminando sul tetto, è precipitato di sotto. I quattro indagati, titolari e amministratori delle ditte coinvolte, potrebbero essere solo i primi di una serie più o meno lunga. Oggi, infatti, la procura di Ivrea affiderà l'autopsia al medico legale per stabilire le cause del decesso e, soprattutto, capire se il 35enne si sarebbe potuto salvare se soccorso adeguatamente.
Dopo la caduta, infatti, i colleghi di lavoro anziché chiamare il 118 hanno caricato l'operaio in auto e l'hanno portato in autonomia all'ospedale Giovanni Bosco, dove è morto alcune ore dopo. Prima avrebbero anche pulito la zona dell'incidente e, una volta al pronto soccorso, hanno dichiarato ai medici che l'uomo era «caduto in casa». Tutto falso, ovviamente, come hanno confermato le stesse lesioni riportate dalla vittima, non compatibili con un incidente domestico.