LEINI-SAN BENIGNO CANAVESE - E' stata ridotta in appello la pena per i due uomini ritenuti responsabili dell'episodio di usura che ha portato alla morte di un imprenditore di San Benigno Canavese, suicida nel capannone della sua azienda di Leini. La Corte d'appello di Torino ha ridotto le pene di alcuni mesi: da 8 anni e 4 mesi a 7 anni e 6 mesi per il primo imputato, un uomo di 49 anni, e da 3 anni e 4 mesi a 3 anni per il secondo, un uomo di 55 anni.
L'imprenditore di San Benigno Canavese operava nel settore degli autotrasporti. Vittima di usura, si tolse la vita il giorno dopo aver denunciato tutto ai carabinieri di Volpiano. Era il 22 agosto 2018. A trovare il corpo furono alcuni dipendenti della ditta. Il gesto estremo dell'uomo, secondo le indagini, non fermò i due usurai che dovevano rientrare del debito (qualche decina di migliaia di euro) tanto che entrambi si rivolsero al figlio dell'imprenditore per ottenere il denaro.
Le indagini, coordinate dalla procura di Ivrea, hanno poi portato alla luce un giro di spaccio di droga a Settimo Torinese e Comuni limitrofi. I soldi dell'usura, infatti, secondo gli inquirenti, venivano poi «reinvestiti» per acquistare stupefacente. I legali dei due imputati presenteranno ora ricorso in Cassazione.