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LOCANA - Si sono svolti venerdì 17 ottobre a Montanaro, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, i funerali di Armando Dalla Bona, il cacciatore di 82 anni morto due settimane fa, nei boschi di Locana, durante una battuta di caccia. Dalla Bona è stato ucciso dal colpo sparato da un collega cacciatore.

Una folla silenziosa e commossa lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio terreno, accanto alle figlie Daniela e Paola, le sorelle Gianna, Guglielmina e Liliana e il fratello Berardo. Ex lavoratore della Singer, volontario del comitato locale della croce rossa e presidente dei Tiratori canavesani di Lessolo, Dalla Bona era persona stimata in paese, nota soprattutto per il suo impegno costante e per un profondo senso civico.

Sul fronte delle indagini, coordinate dalla procura di Ivrea, l'esito dell'autopsia avrebbe fatto chiarezza su alcuni aspetti ancora da verificare nella dinamica che ha portato al tragico incidente dello scorso 5 ottobre 2025. Al momento gli indagati sono due: un ragazzo di 19 anni della Valle d'Aosta e un 72enne di Castellamonte. La posizione del secondo, però, risulterebbe marginale rispetto all'incidente di caccia. «Dalle anticipazioni fornite dal mio consulente medico-legale - spiega l'avvocato Mauro Bianchetti, che difende il secondo cacciatore - risulta da escludere che il colpo possa essere stato esploso dall'arma nella disponibilità del mio assistito».

Il 19enne ha reso spontanee dichiarazioni dopo l'accaduto raccontando di aver visto un cinghiale muoversi tra la vegetazione e di aver sparato. Toccherà ora ai periti balistici stabilire se il proiettile che ha colpito Dalla Bona, attraversandolo da spalla a torace, sia partito effettivamente dal fucile del ragazzo o se abbia colpito il cacciatore di rimbalzo.