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LOCANA - Sono partiti i lavori per la costruzione dell'acquedotto della Valle Orco, opera che sarà realizzata con fondi Pnrr e che consentirà di utilizzare per scopi idropotabili le acque degli invasi del Gran Paradiso. Con la visita al cantiere di Locana nella frazione Praie, dove verrà costruito il potabilizzatore, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Frattin, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, accompagnati dalla Presidente dell'Ato3 Torinese, Loredana Devietti Goggia, dai sindaci dei Comuni della zona, dai vertici Utilitalia e Smat, hanno verificato lo stato dei lavori, avviati con cinque mesi di anticipo rispetto alle tempistiche dettate dal Ministero delle Infrastrutture.
 
La presentazione ha riguardato la visita, in un’area di quasi 3 ettari, dei lavori per l’impianto di potabilizzazione dell’acquedotto a Locana che, una volta ultimato, erogherà acqua di alta montagna direttamente a 43 Comuni. I lavori per la realizzazione sono stati suddivisi in 3 lotti: il primo relativo alla realizzazione del potabilizzatore da 800 litri al secondo; il secondo ed il terzo lotto per la realizzazione di condotte di grande adduzione: rispettivamente per 55 chilometri il secondo lotto e 74 il terzo, per un totale di 129 chilometri, oltre alla loro interconnessione con le reti comunali, per lo sviluppo complessivo di 140 chilometri di condotte.

«L’infrastruttura rappresenterà un’efficace soluzione tecnica per contrastare su un’area vasta gli effetti dei cambiamenti climatici ed assicurare anche nei periodi di elevata siccità una adeguata fornitura di acqua di qualità elevata ai cittadini dei Comuni del Canavese e dell’Eporediese. L’affidamento dei lavori si è concluso con largo anticipo sulla programmazione approvata dal Ministero delle Infrastrutture ed ha permesso di avviare con celerità i lavori, che dovranno concludersi entro il mese di novembre 2025, a garanzia di un servizio sempre più efficiente», sottolinea il presidente di Smat, Paolo Romano. 

Il costo complessivo dell’opera ammonta a 254,5 milioni di euro ed è finanziato per un importo di 93 milioni da fondi del Pnrr dell’Unione Europea, tramite il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e per un importo di 36,3 milioni dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, nell’ambito del «Fondo per l’avvio delle opere indifferibili». Importante la ricaduta sul territorio: oltre un migliaio i nuovi posti di lavoro previsti, connessi alle fasi realizzative dell’opera ed alla gestione delle reti e degli impianti.

«Quest’opera – spiega il Presidente di Utilitalia Filippo Brandolini – risponde al meglio alle nuove sfide poste dai cambiamenti climatici che, insieme agli standard ambientali sempre più stringenti stabiliti dalle norme europee, impongono al comparto idrico un cambio di passo: Utilitalia ha stimato che a livello nazionale gli investimenti complessivi dovranno salire dagli attuali 4 miliardi fino a 6 miliardi annui. Per affrontare questa sfida occorrono imprese industriali che siano capaci di sostenere finanziariamente e organizzativamente una mole così importante di investimenti. Per questo motivo la Federazione si è fatta promotrice di una proposta di riforma del settore in quattro punti tesa alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e a un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua».