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OZEGNA - Durante gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione dell’area del castello di Ozegna, promossi dall’amministrazione comunale in sinergia con la soprintendenza, è emersa una scoperta di straordinaria importanza: i resti dell’antico ricetto, struttura difensiva e comunitaria risalente a un periodo compreso tra il XII e il XIV secolo. Il ritrovamento è avvenuto nel corso delle indagini di archeologia preventiva sugli scavi per gli adeguamenti impiantistici, e ha da subito richiesto l’attivazione di un protocollo di tutela e studio archeologico. Le indagini sono attualmente in corso.

Il ricetto, tipica forma di insediamento fortificato, rappresentava per le comunità rurali dell’epoca un luogo di protezione e conservazione dei beni più preziosi. La sua presenza sotto l’attuale maniero di Ozegna testimonia non solo l’antichità del sito, ma anche il ruolo centrale che il borgo ha ricoperto nei secoli come punto strategico e fulcro sociale del territorio. «Ci troviamo di fronte a una testimonianza preziosa del nostro passato medievale, che restituisce dignità storica a un’area già simbolo della nostra identità comunitaria - dice il sindaco di Ozegna, Federico Pozzo - come ho sempre sostenuto, per guardare al futuro bisogna prima conoscere bene il proprio passato, e questa scoperta rappresenta una grande possibilità per Ozegna. Siamo pronti a valorizzare pienamente una scoperta così significativa, affinché diventi patrimonio condiviso, strumento di conoscenza e opportunità di sviluppo culturale».

La datazione preliminare dei resti, compresa tra il secolo XII e il XIV, apre scenari di grande interesse per la ricostruzione delle modalità insediative dell’epoca. Secondo le prime valutazioni, si tratterebbe di un ritrovamento di eccezionale rilievo, un risultato che conferisce al sito di Ozegna un ruolo pionieristico nello studio dell’età medievale piemontese. «Desidero esprimere un profondo ringraziamento alla soprintendenza per la preziosa collaborazione - aggiunge il primo cittadino - alla dottoressa Stefania Ratto, per la sua attenta tutela del patrimonio archeologico, all’architetto Valmaggi e alla dottoressa Bassignana, esempio di competenza nel restauro dei beni storici e artistici e alla dottoressa Maffeis, per il rigoroso coordinamento dei lavori archeologici».

Ulteriori aggiornamenti saranno diffusi al termine delle indagini archeologiche attualmente in corso. L’amministrazione comunale si impegna sin da ora a condividere i risultati di questo ritrovamento con la cittadinanza e con il territorio tutto, consapevole che la conoscenza del proprio passato sia la chiave per costruire un futuro solido, consapevole e orgoglioso delle proprie radici.