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TORINO E CANAVESE - La Polizia ha arrestato sei persone al termine di una complessa indagine sul commercio di ricambi auto. I soggetti destinatari avevano costituito, secondo le ipotesi investigative, un’organizzazione dedita al furto ed alla ricettazione di ricambi e componenti per auto che venivano immessi nel mercato parallelo. L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino, nasce nel febbraio del 2022 a seguito di un preoccupante incremento di furti di merce su veicoli commerciali in sosta notturna. I furti sono stati registrati nelle aree di servizio Stura Sud e Stura Nord della Tangenziale Nord di Torino e riguardavano in prevalenza ricambi di autoveicoli.

Le indagini della polizia stradale hanno fatto luce sul traffico di ricambi individuando persone e società orbitanti nel settore automobilistico attivissime nella commercializzazione su diverse piattaforme web. Sono stati inoltre scoperti alcuni magazzini in provincia di Torino per lo stoccaggio degli autoricambi di provenienza illecita in attesa della commercializzazione. E' ipotizzabile che gli episodi emersi nel corso dell’indagine rappresentino solo in minima parte la reale attività criminosa degli indagati, alcuni dei quali sconosciuti all’anagrafe tributaria e privi di attività lavorativa anche solo saltuaria. 

Durante l’arco temporale in cui si è sviluppata la complessa vicenda, è stato possibile sequestrare autoricambi originali per un valore commerciale di 2 milioni di euro e sono state raccolte le fonti di prova in capo a 18 persone, ritenute responsabili del furto e della ricettazione di ricambi in genere. L’attività di individuazione e sequestro dei componenti è stata particolarmente complessa a causa della strategia attuata dalla banda che rendeva oltremodo difficoltosi eventuali accertamenti sulle fatture emesse da aziende con sede all’estero. 

Un aspetto non trascurabile della vicenda attiene alla sicurezza per tutte quelle ripercussioni che inevitabilmente si avrebbero sull’affidabilità degli autoveicoli. L’immissione sul mercato di ricambi contraffatti potrebbe, com’è noto, pregiudicare la sicurezza del veicolo ed essere causa di incidenti stradali con danni gravi agli occupanti e a terzi coinvolti; quelli proveniente dal mercato parallelo alimentano, invece, quei settori dell’economia sommersa che sono origine dei fenomeni di evasione fiscale. A tal proposito, l’indagine ha evidenziato come, attraverso un sistema collaudato, i componenti dell’organizzazione reimmettevano sul mercato gli autoricambi di provenienza illecita mediante l’emissione di false fatture da parte di imprese compiacenti che attestavano operazioni inesistenti.

Nelle mire dei criminali, oltre ai «grandi classici» quali marmitte, autoradio e pneumatici, ci sono adesso anche parti del motore, dell’infotainment e i componenti elettronici in genere. Dispositivi costosi e che, a causa delle criticità causate dal noto scenario internazionale, faticano ad essere reperiti sul mercato mondiale creando un rischioso effetto domino, attraverso ritardi nelle consegne con riflessi non trascurabili sul mercato.