RIVARA - Invalido al 90%, cardiopatico e senza lavoro, rischia ora di perdere anche la casa popolare che gli era stata assegnata a causa di un cavillo burocratico. E’ l’incubo che sta vivendo Larbi Touti, nato nel 1961 in Marocco e arrivato in Italia con una valigia piena di sogni nel lontano 1987. Il 61enne, che vive in un alloggio Atc in regione Moie a Rivara, ha ricevuto nei mesi scorsi una lettera di sfratto. Un fulmine a ciel sereno. Larbi Touti non ha infatti tutti i requisiti necessari affinché gli venga assegnato in via definitiva l’alloggio popolare, che ha occupato provvisoriamente dal 2019. Non risulta, in particolare, residente continuativamente in paese da almeno tre anni.

«Sono disperato, non so cosa fare – spiega il 61enne marocchino – se mi tolgono la casa, mi uccidono. Non ho più niente. Perderò il diritto alle cure per la mia salute e anche il reddito di cittadinanza, che mi aiuta insieme alla pensione di invalidità a sopravvivere. Sono arrivato in Italia, a Roma, nel 1987 dal Marocco, dopo aver preso il diploma di scuola superiore. Ho abbandonato l’università. E’ stato un errore non finire gli studi, lo so. Non ho mai avuto problemi con la giustizia, ho pagato le tasse e lavorato nei cantieri e nei ristoranti come lavapiatti, sino a quando la salute me l’ha permesso».

Dopo una delicata operazione al cuore all’Umberto I di Roma, Larbi Touti si è trasferito, circa vent’anni fa, in Canavese vivendo prima a Busano e poi a Rivara a casa del fratello. Per un periodo è stato anche iscritto all’anagrafe dei cittadini residenti in paese. Poi l’inopinata cancellazione per andare in Francia, prima del ritorno, dopo qualche mese, alle nostre latitudini. Un passaggio che gli sta costando carissimo. «Il 17 febbraio mi sfrattano – spiega il 61enne marocchino – sono solo e non posso tornare a vivere da mio fratello. Ho seri problemi di salute, al cuore e alle gambe e non solo. Non ho mai chiesto l’elemosina e ho sempre contato solo sulle mie spalle ma adesso non posso più lavorare. Mi è stato detto che non ho più diritto ad abitare in quella casa perché non ho la residenza continuativa da 3 anni, ma io ho portato tutti i documenti, come l’iscrizione all’ufficio di collocamento, che dimostrano che ho vissuto in Canavese dal 2007 e dal 2014 tra Forno e Rivara a casa di mio fratello. Ho bisogno d’aiuto: ho paura di finire per strada. Non voglio creare problemi ad Atc o a nessuno. Mi serve solo un po' di tempo in più per provare a cercare una casa».

«Larbi Touti aveva un assegnazione provvisoria della durata di due anni che è scaduta a luglio 2021 – spiegano da Atc - Di norma queste assegnazioni possono essere convertite in definitive prima della scadenza se ci sono i requisiti di legge. Tuttavia i requisiti di legge non c’erano e quindi il Comune non ha potuto provvedere. Abbiamo dunque dovuto dar corso alla procedura di sfratto, c’è stato un primo accesso a gennaio e un successivo rinvio». Della delicata vicenda in cui è stato catapultato a causa della rigidità della burocrazia il 61enne marocchino se ne sta occupando il Comune, attraverso il sindaco, Roberto Andriollo, e il vice sindaco, Vincenzo Martino, impegnati a trovare una soluzione alternativa che possa evitare a Larbi di restare senza una casa: «Come per Touti, l'Amministrazione di Rivara è impegnata nel risolvere altri casi simili, anche se non è facile trovare le soluzioni».