RIVAROLO CANAVESE-CASTELLAMONTE - Muore a soli 48 anni, vinto da un brutto male, dopo aver sposato pochi giorni prima, in ospedale a Ivrea, la sua adorata compagna di vita. Oggi, martedì 5 novembre 2024, alle ore 14,30 nella chiesa parrocchiale di San Giacomo a Rivarolo Canavese si svolgeranno i funerali di Vincenzo D’Aloia. Carpentiere, appassionato di moto e motori, lascia la moglie Simona con cui, qualche anno fa, aveva saputo toccare i cuori dei canavesani e non solo, che si erano mobilitati per aiutare, grazie all’interessamento dell’associazione Noi ci siamo Onlus, il loro figlio Gioele, venuto al mondo nel 2015 e colpito da tetraparesi spastica dalla nascita a causa della mancanza di ossigeno dovuto al distacco anticipato della placenta.
Una delle tante sfide, che l’affiatata coppia, ultimamente residente a Castellamonte, aveva saputo vincere lottando insieme. Uno al fianco dell’altra, più forti dei giorni tristi, dell’amarezza, di ogni lacrima o quotidiana difficoltà. Il loro è stato un amore che non potrà finire mai, che andrà oltre un destino esiziale, che nell’agosto del 2024 è stato protagonista di un altro inspiegabile tiro mancino. Nemmeno quella «bastarda» malattia che ha colpito Enzo, come era conosciuto e chiamato dagli amici, ha potuto allontanarli, anzi ha reso il loro legame più saldo. Sono stati uno il cielo dell’altra fino all’ultimo istante. Vincenzo D’Aloia continuerà a vivere in ogni respiro e battito del cuore dell’amata Simona e dei suoi figli e nei ricordi di chi ha avuto l’enorme fortuna di conoscerlo in vita.
«Quello che è accaduto negli ultimi anni, mesi, giorni nella famiglia di Simona e Vincenzo non fa altro che contribuire a farci riflettere sul senso delle nostre esistenze – ha commentato sui social il consigliere comunale di Ingria, Andrea Cane - Da una parte il buio, ovvero salite, difficoltà e dolori il più delle volte inspiegabili. Dall’altra storie di luce come il supporto che anni fa il territorio ha saputo donare a Gioele tramite la raccolta fondi per l’acquisto della sua macchina per il trasporto disabili ed infine il vero Amore, sì proprio quello puro con la A maiuscola che Simona e Vincenzo ci hanno dimostrato, chiedendosi prima la mano e poi scegliendo di sposarsi per un abbraccio infinito che supera qualsiasi distanza che può provocare una morte. A Vincenzo e a tutti loro va la mia preghiera, con la consapevolezza che grazie al loro esempio di coraggio contro ogni avversità, tutti noi possiamo sentirci più forti nell’affrontare le dure salite che la vita ci riserva».
«Ci lamentiamo. Ci lamentiamo sempre – ha scritto ricordando Vincenzo D’Aloia, l’assessore rivarolese, Alessia Cuffia - La verità è che dovremmo essere grati ogni singolo giorno per tutto quello che abbiamo anziché pensare sempre solo a quello che non abbiamo. Ho avuto modo di conoscere Simona, Vincenzo e Gioele in più di un'occasione. Ho sempre pensato che il loro legame fosse speciale così come altrettanto speciale è il loro bambino. Due persone che avrebbero avuto tanto di cui lamentarsi, e che invece hanno sempre avuto un sorriso per tutti. Leggere questa notizia mi ha davvero lasciato senza parole. Perché tanto dolore. Perché tanta sofferenza. Io non lo so il perché. Ma so per certo che ogni bambino meriterebbe un papà come Vincenzo ed ogni bambino meriterebbe una mamma come Simona. La vita a volte è davvero ingiusta. È questa, è una di quelle volte. Ciao Enzo».