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RIVAROLO CANAVESE - Questa sera, venerdì 16 giugno 2023, il sagrato della cappella della Consolata, tra via Vallero e via Trieste, è stato intitolato a monsignor Luigi Mabrito, storico parroco di San Giacomo Apostolo dal 1968 al 2007. Nato a Vidracco il 23 febbraio 1931, Luigi Mabrito entrò nel Seminario maggiore di Ivrea nel 1947 e fu ordinato sacerdote il 27 giugno 1954 da monsignor Paolo Rostagno, nella chiesa di San Nicola a Ivrea. Fu viceparroco nelle parrocchie di Agliè, Borgofranco, San Salvatore di Ivrea e infine a Rivarolo, parrocchia di San Giacomo, dal luglio 1962. Dopo la morte di don Giovanni Capirone, fu nominato dal Vescovo di Ivrea, monsignor Luigi Bettazzi, Arciprete di San Giacomo con solenne ingresso il 22 dicembre 1968. 

Lo hanno ricordato il sindaco Alberto Rostagno, il vescovo di Ivrea, monsignor Edoardo Aldo Cerrato, il vescovo emerito monsignor Luigi Bettazzi e un commosso Riccardo Poletto. Oltre ad un’azione pastorale molto incisiva, con attenzione ai problemi sociali, al disagio delle fasce deboli, al vissuto delle persone che sapeva incontrare e accogliere con umanità ed empatia, è stato ricordato di monsignor Mabrito l’impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio della parrocchia con gli importanti lavori di manutenzione alla chiesa, dell’oratorio e delle varie cappelle diffuse nelle frazioni. 

Come presidente della Casa di Riposo avviò una serie di lavori di ristrutturazione e adeguamento della struttura, attento a soddisfare nel migliore dei modi le esigenze degli anziani ospiti. Vicario generale della Diocesi di Ivrea nel 1998, nominato da monsignor Bettazzi, venne confermato nell’incarico anche da monsignor Arrigo Miglio che, oggi cardinale, ha scritto una lettera al sindaco Rostagno: «Mi trovo in questi mesi impegnato ad Iglesias come amministratore apostolico e non riesco ad essere libero dagli impegni diocesani già presi; chiedo quindi venia per la mia assenza rinnovando la mia gratitudine per la vostra attenzione alla persona di un sacerdote che è stato per molti, me compreso, un fratello maggiore e prezioso collaboratore nella vita diocesana».