RIVAROLO CANAVESE - «Sono stati due anni e mezzo lunghi e difficili però sono soddisfatta perché è emerso un quadro corretto dei fatti, anche in relazione alla persona di Tarabella. Oggi, almeno per quanto riguarda la vicenda giudiziaria, mettiamo un punto. La sentenza è importante perché un domani potrò spiegare a mia figlia quanto è successo e far capire che comunque un colpevole c'è ed è stato condannato».
Così Francesca Dighera (nel video con l'avvocato Sergio Bersano), ieri pomeriggio, martedi 17 ottobre 2023, all'uscita dal tribunale di Ivrea ha commentato la sentenza a 23 anni e otto mesi che i giudici hanno inflitto in Corte d'Assise a Renzo Tarabella, il pensionato 85enne di Rivarolo Canavese che nell'aprile del 2021 sparò a quattro persone uccidendole: il figlio disabile Wilson, la moglie Maria Grazia Valovatto e i coniugi Dighera, Osvaldo e Liliana, genitori di Francesca.
«Questa strage ha distrutto tutto - ha proseguito - la famiglia, gli affetti. Sono stati anni difficili ma è importante essere arrivati a questa conclusione». Francesca Dighera ha anche ringraziato per il lavoro svolto il proprio team di legali e il pubblico ministero. Non era scontato si celebrasse il processo a carico di Tarabella: ci sono volute cinque udienze preliminari per dare il via libera, una volta accertata la sua capacità di intendere e di volere e la possibilità di stare in giudizio. Ieri, l'epilogo.