SALASSA - Inizierà il 24 aprile 2025 il processo per l'omicidio di Salassa, scoperto dai carabinieri di Cuorgnè lo scorso 10 febbraio in un'abitazione di via Cavour. Vittima Khalid Lakhrouti, 43 anni, originario del Marocco. A processo per omicidio volontario lo zio Abdelrhani Lakhrouti, 53 anni (sedicente imam di Cuorgnè), il fratello della vittima Nourddine, 46, e l'ex moglie Sara Kharmiz, 35 anni. Il processo si terrà davanti alla Corte d'Assise di Ivrea: i tre rischiano fino all'ergastolo. I figli e il nipote della vittima si sono costituiti parte civile. L'altra mattina sono stati rinviati a giudizio.
Il 43enne, secondo le indagini dei militari dell'Arma, morì durante un esorcismo islamico. I parenti erano convinti che fosse posseduto dal demonio. Fu l'autopsia a rivelare un'insufficienza respiratoria acuta come causa del decesso. Un'insufficienza «provocata meccanicamente» da una maglia e da un bottone, staccatosi dall'indumento, che il medico legale ritrovò nella gola del 43enne.
I tre famigliari accusati dell'omicidio, nei giorni successivi l'episodio, avrebbero anche tentato di far sparire le tracce del delitto dall'abitazione di via Cavour. Circostanza che sarebbe stata confermata da numerose intercettazioni telefoniche. Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, inoltre, coordinati dalla procura di Ivrea, il 43enne era stato sottoposto in quattro occasioni al rito dell'esorcismo.