SCARMAGNO - Poco o nulla si muove a parte i nomi di manager che si sono aggiunti al progetto. Ma a due anni e mezzo dal primo annuncio su Italvolt, la gigafactory delle batterie al litio prevista a Scarmagno nell'ex polo Olivetti, ancora non è stata posata nemmeno la fatidica prima pietra.

Il progetto del manager svedese Lars Carlstrom è vivo e vegeto ma sta incontrando difficoltà impreviste dovute alle varie crisi che si sono susseguite in questi mesi. Dal covid alla guerra in Ucraina, fino al caro energia. E all'appello, a quanto pare, mancherebbero proprio gli investimenti privati. L'accordo vincolante con Prelios Sgr, gestore del Fondo Monteverdi, per l'acquisto dell'area ex Olivetti, sottoscritto un anno fa, è scaduto e le parti si stanno confrontando per arrivare a una modifica del preliminare in modo da allungare le tempistiche.

Insomma, il progetto è in piedi, Lars Carlstrom non ha intenzione di gettare la spugna ma per vedere partire i lavori servirà più tempo del previsto. E, di fatto, slittano anche i tempi per l'apertura dell'azienda e per la relativa generazione dei tanto auspicati 3000 posti di lavoro. I cantieri per il nuovo stabilimento erano stati annunciati nella seconda metà del 2022 con apertura prevista nel 2024. 

Intanto sull'ex Olivetti di Scarmagno gli interessi di privati sono ancora evidenti come ha confermato, proprio il mese scorso, il via libera al progetto Panattoni per un polo della logistica.