STRAMBINO - Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai. Ha citato le parole della celebre artista Frida Khalo, la sindaca di Strambino e consigliere metropolitana, Sonia Cambursano, che sulla sua pagina social ha parlato con coraggio per la prima volta, in modo pubblico, della salita più dura che sta affrontando: quella arrivata dopo la diagnosi di un tumore.
«Il mio ottobre rosa quest'anno è particolarmente personale, essendo passata io stessa per una diagnosi di tumore al seno. Ne parlo qui, rompendo la mia tradizionale riservatezza sulla mia vita privata, per una serie di ragioni – ha scritto la prima cittadina - La prima è che la mia diagnosi di tumore al seno ha molto a che fare con la prevenzione che salva la vita. Grazie a controlli costanti e accurati, e a una sanità pubblica di cui va riconosciuto l'immenso valore (al di là di tutto ciò che è sicuramente migliorabile, un servizio sanitario pubblico e universale è un bene inestimabile), fatta di professionisti che coniugano competenze e umanità».
«La seconda è che, siccome mi conoscete in tanti e vi preoccupate per me (hanno iniziato ad inseguirsi voci più o meno rassicuranti, così preferisco essere io a parlarne perché le fonti primarie sono sempre le migliori), voglio dirvi di stare tranquilli, perché sono solo di fronte a un ostacolo da superare, una realtà con cui fare i conti, ma che non mi impedirà di continuare a fare quello che amo e so fare meglio: occuparmi del territorio e della comunità che ho il grande onore di amministrare, sia come sindaca de Comune di Strambino che come consigliera delegata della Città Metropolitana di Torino. La terza delle ragioni che mi vengono in mente è che dico spesso che il personale è politico, e vorrei che si imparasse a normalizzare la malattia come una (possibile anche se non auspicabile) fase della vita, e che chi si trova di fronte a un percorso oncologico non si senta mai solo. Non mi appartiene la retorica della lotta, della battaglia, di vinti e vincitori: mi appartiene piuttosto l'idea che - come diceva Murgia - siamo organismi complessi e ammalarci è il prezzo di questa complessità, che è però la stessa che ci permette di emozionarci per un tramonto o di sentire un fremito ascoltando la suite per violoncello di Bach».
«La malattia è un percorso da affrontare, possibilmente non da soli – conclude Sonia Cambursano - Io sono e rimango una donna molto fortunata, circondata come sono da affetti immensi, la mia famiglia e le mie tribù (Michela Murgia l'avrebbe chiamata la mia famiglia queer), tutti intorno a me. Non avevo bisogno di un tumore per saperlo, ma la riconferma del loro amore è un tesoro che porterò sempre con me. Diciamo che mi tocca ancora un po' di salita, ma da vera ciclista ho gambe e polmoni buoni. E la discesa arriva, eccome se arriva, e sarà a perdifiato. E poi, lo vogliamo dire? Sono una donna, femminista, di sinistra, ciclista e tifosa del Toro. Direi che in questi 50 anni qualcosa sul non vincere sempre ma non arrendersi mai l'ho imparato!».