VOLPIANO - Errare, dice un celebre assioma filosofico, è umano, ma perseverare è diabolico. Lo deve aver pensato anche Pasquale Mazzitelli, 57enne disabile in carrozzina, che, oggi giovedì 13 febbraio 2025, non è potuto scendere dal treno partito da porta Susa di Torino alle 15.48 e arrivato alla stazione di Volpiano alle 16.14 sul binario sbagliato: il “2”, quello non attrezzato per l’assistenza ai portatori di handicap. Un episodio simile gli era già successo lo scorso 29 gennaio.
«Sono deluso e demoralizzato – racconta il pendolare, che vive a San Benigno Canavese – Non solo perché a causa del disservizio ho perso degli impegni programmati. Sono mortificato anche per i disagi, che involontariamente sono derivati agli altri passeggeri. Una volta resomi conto dell’ennesimo errore di binario, dovuto ad una criticità di comunicazione, e dell’impossibilità di scendere dal convoglio ho contattato i vigili del fuoco personalmente. Tuttavia, mi è stato spiegato che non possono svolgere tali interventi, se non per incidenti. Quindi, Trenitalia ha dovuto fermare momentaneamente i treni sulla linea Sfm1. Era l’unica soluzione. Il mio convoglio è tornato indietro fino allo scambio di binari per poi imboccare quello giusto. Purtroppo, questo ha provocato ritardi e cancellazioni, obbligando le altre persone a bordo a scendere a Volpiano. Sono dispiaciuto pure per il personale che lavora sulla linea Chieri-Rivarolo e non ne può nulla».
«Come al solito, avevo fatto regolare richiesta via mail per ricevere la necessaria assistenza per scendere dal treno di oggi a Volpiano. Nel 2025 e nell’era dell’intelligenza artificiale è assurdo quello che mi è successo per due volte in poche settimane – aggiunge Pasquale Mazzitelli – Tra l’altro sarebbe molto più semplice e comodo se si attrezzasse per tale servizio la stazione ferroviaria di San Benigno Canavese. Mi sono informato: sono 122 i portatori di handicap che potrebbero usufruirne in paese. E’ un numero notevole. Eppure, nessuno si attiva per concretizzare questa possibilità. La mia è una piccola lotta che porto avanti per dare voce e visibilità agli “invisibili” come me e per avere maggiore attenzione in materia di abbattimento delle barriere architettoniche».