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AGLIE' - Da sabato 14 dicembre, al Castello di Agliè è aperta al pubblico la mostra «Custodi dell’Antico. Opere dell’Egizio e altri tesori al Castello di Agliè durante la seconda guerra mondiale», a cura di Alessandra Gallo Orsi ed Elisabetta Silvello, con il coordinamento scientifico di Filippo Masino, promossa in concomitanza con il bicentenario della fondazione del Museo Egizio Torino. Organizzata in collaborazione con il Museo Egizio, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino e il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, la mostra rievoca le vicende del secondo conflitto mondiale, quando le sale del Castello di Agliè furono individuate come luogo di ricovero per la protezione e la salvaguardia del patrimonio artistico conservato nei musei di Torino.

Attraverso il percorso espositivo, che accompagna il pubblico in un’atmosfera tra il fascino di sculture dell’Antico Egitto, suggestive immagini d’epoca e ambientazioni ispirate al ruolo della residenza durante la guerra, la mostra racconta infatti una storia poca nota, ma di cruciale importanza per la sopravvivenza di numerose opere d’arte e tanti preziosi reperti, ancora oggi fulcro dell’identità artistico-culturale di Torino e della sua notorietà oltre i confini nazionali. È la storia di donne, uomini e luoghi che diventarono custodi dell’antico, preservando i tesori di musei, chiese e palazzi dalle incursioni aeree e dalle depredazioni che potevano trovare margine nel disordine del frangente bellico. Un intreccio di circostanze che in quegli anni ha interessato i territori toccati dalla guerra, al di là di frontiere politiche e tradizioni culturali, entrando nell’immaginario collettivo solo in tempi più recenti grazie alla versione un po’ rocambolesca e romanzata portata alla ribalta dalle star hollywoodiane del film Monuments Men.

In Italia, paese con un patrimonio culturale tra i più vasti e articolati al mondo, i piani per la messa in sicurezza delle opere mobili furono predisposti già negli anni della grande guerra (1915-1918). Successivamente, in parallelo all’inasprirsi delle tensioni che avrebbero portato al secondo conflitto mondiale, furono messi a punto, e verificati con apposite esercitazioni, programmi per la salvaguardia del patrimonio. Sul finire del 1942 l’intensificarsi dei bombardamenti costrinse a mettere in atto nuove strategie per la protezione delle opere d’arte piemontesi e il Castello di Agliè apparve un luogo ideale, sufficientemente distante da Torino, ma ben collegato con le strade. Dall’inizio dell’anno successivo furono trasferiti nella residenza canavesana capolavori, arredi e testimonianze di rilievo storico e artistico: quadri, arazzi e altre opere della Galleria Sabauda; dipinti e cartoni della Pinacoteca Albertina; opere dei Musei civici; carte dell’Archivio di Stato; dipinti, sculture, tappezzerie, tappeti e mobili di Palazzo Reale; libri della Biblioteca Reale; oggetti e arredi dell’Armeria Reale e di Palazzo Chiablese. A tutto ciò si aggiunsero 302 casse del Museo Egizio contenenti i reperti classificati “unici o rarissimi”.

Un prezioso corpus di fotografie d’epoca conservate nell’Archivio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino restituisce l’aspetto del Castello negli anni in cui la residenza divenne rifugio del patrimonio artistico, archeologico, archivistico e librario del Piemonte. Le opere, racchiuse in casse di legno, siglate e numerate, furono stoccate in ogni luogo, dagli ambienti più aulici, tra cui quelli dell’appartamento di rappresentanza, ad altri come il cosiddetto Ospedaletto e le stanze del secondo piano.

La mostra presenta contenuti e argomenti che coinvolgeranno il pubblico sull’importanza di custodire le opere d’arte, anche in una prospettiva di prevenzione e salvaguardia fondamentale per garantire il diritto di tutti all’eredità culturale. L’obiettivo di sollecitare la coscienza collettiva, sviluppando iniziative di educazione al patrimonio, ha portato ad accompagnare la mostra con un programma di attività didattiche dedicato alle classi quinte delle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo e secondo livello, sviluppato insieme al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino. Inoltre, a conclusione della mostra, è previsto un convegno sul tema della protezione dei beni culturali, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri e l’Università di Torino. La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 2 marzo 2025 e potrà essere visitata negli orari di apertura del Castello.