CASTELLAMONTE - Una raccolta di ritratti, accomunati da soggetti con i capelli rossi, che si rapportano, con l’autore fotografo, con ironia e impertinenza. In occasione della 63esima kermesse ceramica, è stata inaugurata giovedì 29 agosto 2024 la mostra «Rosso impertinente – il ritratto come forma di comunicazione» di Claudio Marino. L’esposizione è curata da Vittorio Amedeo Sacco ed è ospitata al Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero in frazione Spineto.
«E’ una mostra fotografica del tutto nuova ed inusuale – ha spiegato Vittorio Amedeo Sacco al taglio del nastro – Lascia letteralmente sbalorditi, per la scelta del soggetti e per la sua realizzazione. Del resto Claudio Marino è l’epigono fuoriclasse, letteralmente talentuoso oltre l’ordinario, eccezionale. Potrei definirlo un “demiurgo”, nel senso greco del termine di “persona libera”, “lavoratore libero”, dotato di capacità creative-artistiche e, ovviamente, di “creatore di immagini”. Claudio Marino riproduce la realtà, così come la vede, la percepisce, la interpreta, la manipola, la condiziona. Qui si palesa, con coerenza intellettuale e onestà di intenti, l’orientamento stilistico di Claudio Marino. E’ un orientamento di preferenza “aniconico”, oscillante tra l’astratto, con una certa strutturazione, e il neoinformale, e di conseguenza tra “caos” e “ordine-armonia”, tra tensione immaginativa, memoria e progettazione».
All’inaugurazione della mostra erano presenti il sindaco castellamontese e consigliere metropolitano, Pasquale Mazza, gli assessori, Patrizia Addis e Claudio Bethaz, il capogruppo di maggioranza, Alessandro Musso, e Daniele Chechi del Centro Ceramico Museo Fornace Pagliero. Claudio Marino vive e lavora a Castellamonte ed è specializzato nella fotografia d’arte e del sociale. Ha vinto il concorso Kodak «Le stagioni del ritratto» e ha ricevuto la qualifica Italiana Fotografi Professionisti e la qualifica Europea Fotografi Professionisti per il Matrimonio. A Castellamonte è già stato autore di «Sguardi» , mostra di ritratti che ha conquistato pubblico e critica e alla quale la rivista di design e arti applicate e decorativa «D’A» ha dedicato un articolo.