CHIAVERANO - Una storia che regala emozioni e tocca il cuore, perché scritta da una giovane coppia che condivide un grande sogno. A Santo Stefano di Sessano, a Chiaverano, nel cuore del Canavese e dell'eporediese, sta nascendo un nuovo progetto che unisce passione per le erbe spontanee, sostenibilità e cultura del territorio: si chiama «Ansema». Si tratta di un innovativo ristoro bioculturale. Lo voglio aprire due chef: Marta Miolo, 29 anni, e il marito 32enne, Pietro Ganni. La location scelta per questa nuova attività è il vecchio bar della borgata. Un'idea nata nel gennaio di quest'anno in un posto che i due conoscono molto bene. Proprio nella chiesetta di Santo Stefano di Sessano, infatti, si sono sposati Marta e Pietro.
Lì lei potrà sfornare le sue torte di mele e lui potrà attuare la sua ricerca sulla cucina botanica, dove d'estate poter servire gelati al rosmarino, e d'autunno riempire l'aria del profumo scoppiettante delle caldarroste, dove poter finalmente avere uno spazio per portare avanti progetti sociali, di inclusione e formazione, e – soprattutto- un luogo dove cooperare con la comunità: un rifugio bioculturale per preservare e condividere i saperi. E' una grande sfida e per vincerla i giovani sposini hanno bisogno di una mano. Per questo è stata promossa una raccolta fondi ad hoc sul sito «Produzioni dal basso». L'obiettivo è raggiungere, entro la fine del 2024, 20000 euro, che serviranno per rendere accessibile a chiunque il ristoro bioculturale Ansema, che prenderà vita nel corso del 2025 a Santo Stefano.
«Io e mio marito ci siamo conosciuti all'università di scienze gastronomiche - spiega Marta - e da lì è nata subito una progettualità condivisa, grazie alla passione per la botanica spontanea e le erbe commestibili. Abbiamo avviato progetti associativi e fondato Erbass (dal piemontese "erbaccia"), con cui organizziamo eventi tra Canavese e Biellese, coinvolgendo ristoratori, raccoglitori di erbe, agricoltori, botanici ed esperti». Per la coppia Santo Steffano di Sessano è stato "amore a prima vista". «Abbiamo trovato un locale ideale in un contesto naturale già legato alle erbe, grazie all’associazione Rosmarino, che ha promosso attività legate alle erbe aromatiche e spontanee. Ora stiamo lavorando per aprire nella prossima primavera», racconta la 29enne canavesana.
L’idea di Ansema va oltre la semplice ristorazione: «Oltre ai piatti legati al territorio e alle erbe spontanee, organizzeremo laboratori su riconoscimento delle piante, cucina e saperi tradizionali» spiega. L’obiettivo è diffondere una cultura sostenibile e recuperare le conoscenze antiche legate alla natura e all’alimentazione. Un progetto che nasce anche dalle esperienze familiari dei due fondatori: «I miei genitori avevano un'azienda agricola biologica negli anni '90, e ho sempre vissuto a contatto con la natura e la stagionalità dei prodotti - aggiunge Marta - Questo mi ha spinto a voler creare qualcosa che andasse oltre la produzione agricola, verso la divulgazione culturale». Anche per Pietro, il marito di Marta, c’è una forte eredità personale: «È cresciuto nella Valle Cervo, e i suoi nonni lo portavano a raccogliere erbe spontanee. Questo legame con le sue radici è stato un forte motore per il nostro progetto».
Non sono mancate le difficoltà nell’aprire il locale, soprattutto dal punto di vista burocratico: «Le difficoltà sono quelle classiche di chi vuole avviare un'attività oggi, tra permessi e lavori di ristrutturazione. Ma la cosa bella è che la comunità ci sta sostenendo tantissimo, e diverse associazioni di Chiaverano ci hanno contattato per collaborare. Questo ci dà molta forza», afferma Marta. Infine, uno sguardo al futuro: «Tra cinque anni speriamo che Ansema diventi un luogo condiviso dalla comunità, aperto a eventi culturali legati al cibo e alle tradizioni popolari. Vogliamo creare uno spazio non solo per noi, ma anche per chiunque voglia proporre attività e progetti che valorizzino il territorio».
L’entusiasmo che circonda il progetto è palpabile e la campagna di crowdfunding lanciata su Produzioni dal Basso ha già raccolto sostegno da parte di chi crede nella visione di Marta e Pietro ma la strada è ancora lunga. Inoltre, martedì 5 novembre dalle 17:30 alle 19 si terrà un incontro aperto a tutti i cittadini nella sala dell'ecomuseo di Chiaverano, in corso centrale 53. Marta e Pietro racconteranno il progetto e raccoglieranno proposte dai partecipanti, oltre ad offrire vin brulè e pum brulè a tutti. Chi volesse aiutare nella realizazione del progetto, può farlo donando a https://sostieni.link/36699 - (Lucrezia Benedetto)