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COLLERETTO CASTELNUOVO - Quasi un secolo di storia, passione e gusto. Tre generazioni della stessa famiglia in cucina per un locale diventato un punto di riferimento e un fiore all’occhiello del territorio. Nei giorni scorsi, con una piccola ma partecipata festa, il ristorante «Minichin» a Santa Elisabetta ha tagliato un importante traguardo: 90 anni di attività.

Oggi, ad accogliere i tanti e affezionati clienti, che salgono in Valle per raggiungere un vero e proprio luogo del cuore di tanti canavesani e non, a due passi dal Santuario locale, ci sono Diego Bertot e la moglie Vera. Con professionalità, impegno e determinazione hanno saputo portare avanti una felice tradizione iniziata nel 1934 da Domenico Bertot, lungimirante ristoratore e Cavaliere della Repubblica, e Anna Querio Gianetto, che hanno dato vita e anima, quando ancora non c’era la strada per arrivare nella frazione di Colleretto Castelnuovo (è stata fatta nel 1937, ndr) ad una trattoria, dove si poteva gustare, già allora, il meglio della cucina tipica canavesana e piemontese.

Ogni generazione ha, però, saputo dare la sua impronta e contributo nella crescita di «Minichin». Proprio come fatto dal 1977 al 2004 da Bertot Luigi e Bertot Margherita, che hanno poi passato il testimone al figlio Diego, attuale titolare e gestore del ristorante: «L’ingrediente segreto di questa avventura lunga 90 anni credo siano la passione, l’amore e l’affezione per il territorio, tramandate di padre in figlio nella nostra famiglia – spiega Diego Bertot – Portiamo in tavola una cucina semplice, ma genuina. Vengono anche da fuori Canavese per mangiare la nostra polenta e gli altri piatti tipici. Un grazie lo rivolgo ai miei clienti e ai miei genitori, che ancora ci danno una preziosa mano. Ho due figli, Matteo e Manuele, che hanno ereditato la mia passione per la cucina. Uno studia alla scuola alberghiera, l’altro lavora a Roma. Chissà che non ci sia, in futuro, una quarta generazione di Bertot alla guida di “Minichin”…».