CUORGNE’ - Si è svolta sabato primo luglio 2023 la commemorazione dei partigiani morti 79 anni fa al Pedaggio e Voira. Dopo la tradizionale deposizione di una corona di alloro ai Monumenti ai caduti nelle due località cuorgnatesi, l’iniziativa, organizzata dal Comune e dalla sezione dell’Anpi locale con il patrocinio del comitato provinciale di Torino, ha vissuto il suo momento clou in Villa Filanda.
Nella struttura di via Piave, alla presenza di Nino Boeti, presidente del comitato Anpi provinciale e coordinatore Anpi regionale, di Daniele Valle, vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte e presidente del comitato Resistenza e Costituzione della Regione, l’assessore, Elisa Troglia, e il segretario Anpi di Cuorgnè, Aldo Fenoglio, hanno consegnato alle figlie e ai familiari di Ettore Giacoletto «Rabain» un ricordo speciale: un quadro realizzato dall’artista canavesano Corrado Bianchetti.
La cerimonia, che ha visto la presenza dell'avvocato Giuseppe Niedda, dell’assessore Laura Ronchietto, dei consiglieri Bruno Bruschi, Alessandra Magnino, Francesco Felizia, Davide Pieruccini, Lidia Perotti, e del consigliere regionale, Alberto Avetta, è stata l’occasione migliore per ricordare «Rabain» sopravvissuto all’agguato del Pedaggio del 29 giugno 1944 e scomparso all’età di 100 anni il 22 agosto 2021. «Siamo stati davvero fortunati perché abbiamo avuto la fortuna di trascorrere del tempo con Ettore Giacoletto “Rabain”, ascoltando i suoi racconti da partigiano e da uomo – ha detto l’assessore Elisa Troglia – Ci ha raccontato che la resistenza è nata dall’uomo e dal suo bisogno di simboli che hanno lo straordinario potere di compattare attorno un ideale un intero popolo. “Rabain” incarnava tutto questo: la memoria e i valori della Resistenza. Lo ringraziavamo spesso per questo e per aver portato questi valori nelle piazze, nelle scuole. I nostri figli e nipoti li hanno vissuti e appresi attraverso le sue parole. Inutile dire che accettava con compiacimento gli inviti che lo avrebbero portato a parlare con una platea di giovani. Per loro Ettore Giacoletto aveva un’attenzione particolare. Si sentiva investito di grandi responsabilità. Sapeva che, in un mondo tendente a dimenticare con facilità ciò che è stato, la memoria va tenuta continuamente in vita. Si parlava anche di politica e di guerra. Ci si arrabbiava per certi attacchi politici. Lui ci insegnava come rispondere in quei casi: “Vi devo ringraziare perché mi ricordate che in un Italia libera e democratica ci è data la possibilità di dissentire. Una libertà che non ci era concessa e che abbiamo ottenuto anche per voi rovesciando il regime che ci opprimeva”. Per lui era importante la memoria di chi ha vissuto qualcosa da tramandare. Era bello entrare in questo mondo di partigiani con gli occhi vispi e il cuore pieno. “Rabain” è stato un uomo di valori e io direi di “valore”. Ereditiamo da lui e dai partigiani una pace e un impegno ad impedire che altri giovani come loro siano di nuovo costretti ad imbracciare le armi per proteggere i propri cittadini e costruire un futuro diverso. Dobbiamo ricordarci che conoscere gli errori passati ci permette di non commetterli ancora, ma ci rende anche i garanti di questa pace che è un bene di tutti e per tutti».
«Ricordo l’impegno che ha sempre messo – ha detto Vera, la figlia di Ettore Giacoletto ricevendo il quadro realizzato da Corrado Bianchetti – per essere presente con orgoglio e determinazione a tutte le manifestazioni a cui era invitato. Dalle elementari al liceo, ha girato tante scuole del Canavese. Io e mia sorella eravamo sempre stupite da come i ragazzi lo ascoltassero in totale silenzio. Cosa abbastanza eccezionale per bambini e adolescenti, ma lui aveva un modo molto semplice, “canavesano”, di raccontare. Alla fine gli studenti gli dicevano: “Ma lei signor Giacoletto è stato un eroe”. E lui ripeteva sempre: “No, non sono un eroe. Sono stato molto fortunato”. In effetti, la fortuna non gli è mai mancata. Quando doveva presentarsi a queste manifestazioni, che erano per lui rituali irrinunciabili, si preparava con cura. Ci teneva tantissimo a ricordare comunque e sempre a tutti, e in particolare ai giovani, i valori della Resistenza, della libertà e della democrazia».