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CUORGNE’ - Per il secondo anno consecutivo, in occasione della Giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti delle mafie, l’amministrazione comunale di Cuorgnè ha programmato una serie di iniziative che hanno visto il coinvolgimento dell’intera comunità locale. Il progetto «Cuorgnè dice no alle mafie» ha avuto come focus il tema delle donne, sia come vittime, sia nell’antimafia e nella magistratura. Attraverso la storia di personaggi passati e presenti, si è promosso un valore positivo delle regole, dei valori civili e della democrazia.

Mercoledì 5 aprile 2023, l’ex chiesa della Santissima Trinità ha ospitato l’ultimo atto di questo interessante percorso: l’incontro «Il ruolo delle donne nell’antimafia». Al tavolo dei relatori, accanto al sindaco cuorgnatese, Giovanna Cresto, gli assessori, Laura Ronchietto ed Elisa Troglia, Gabriella Viglione, procuratrice capo di Ivrea, e Maria Josè Fava, referente regionale di Libera Piemonte. Sono intervenute, inoltre, come relatrici Lucilla Esposito tenente dei carabinieri e comandante da settembre scorso della terza sezione del nucleo operativo di Torino e la dottoressa Valentina Costa della Questura di Torino. Valentina Costa si è soffermata sulla criminalità organizzata straniera e ha ricordato figure importanti come Maria Luisa Pelizzari, prima donna a ricoprire l’incarico di vice capo vicario della Polizia di Stato, Emanuela Loi, agente morta nella strage di via D’Amelio, e Tina Montinaro, una delle promotrici dell'associazione vittime di mafia. 

«Abbiamo voluto dedicare questa seconda edizione di “Cuorgnè dice no alle mafie alle figure femminili. E’ stata una scelta quasi naturale. Ho l’onore e la grande responsabilità di essere il primo sindaco donna della città. Ho anche il piacere di presiedere una giunta a maggioranza femminile e di avere diverse consigliere donne. Abbiamo deciso di fare, per la Giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti delle mafie, una campagna di sensibilizzazione raccontando la vita di 6 donne scelte per la loro professione, per la loro giovane età, per il coraggio di parlare e non tacere – ha commentato la prima cittadina, Giovanna Cresto, che in particolare si è soffermata sulle vicende di Felicia Bartolotta, mamma di Peppino Impastato e attivista italiana, nota per il suo costante impegno al fine di far incriminare i responsabili della morte del figlio - Abbiamo voluto descrivere le loro vite con manifesti collocati in diversi punti della città: un cammino immaginario che ci unisce tutti per promuovere la coscienza civile e la convinzione che la legalità conviene e che laddove vi siano partecipazione, cittadinanza, diritti, regole, valori condivisi, non vi può essere criminalità».

«La criminalità organizzata con le proprie azioni e condotte non solo si arricchisce, ma si porta via il futuro e una fetta della vita di tutti gli altri cittadini – ha aggiunto Gabriella Viglione – Educare i giovani alla legalità a cominciare dalle piccole cose è fondamentale. È importante vedere la mafia dove non la vediamo di solito. Bisogna vigilare, cambiare prospettiva e non lasciare passare questa illegalità che è diffusa come una piovra e che fatichiamo a volte a riconoscere o addirittura accettiamo passivamente. Solo così un domani i nostri figli potranno vivere in un mondo più sicuro».