CUORGNE' - «L’isola che c’è... credimi, non sono solo storie» è una mostra sulla figura, sul ruolo e sulla sofferenza delle donne, allestita presso l’ex chiesa della Trinità a Cuorgnè, fino al 12 marzo, dalle 15 alle 19, ingresso libero. E’ nata l’anno scorso a Chivasso, da un’idea dell’associazione “La voce dei venti”, persone appassionate d’arte che, senza limiti di esperienza o stile, ciascuno secondo i propri desideri e inclinazioni, condividono le proprie creazioni anche in esposizioni pubbliche. Sono pittori, scultori e fotografi che hanno scelto questo tema sociale importante, collaborando con il Centro Antiviolenza “La Casa di Via Domani”. L’obiettivo di questo impegno collettivo è sensibilizzare in particolare sul tema dell’ascolto e dell’accoglienza, sulle esperienze delle donne, più o meno giovani, sole o con figli, vittime di abusi non solo fisici, spesso anche psicologici ed economici.
In occasione della Festa della Donna 2023 questa mostra viene riproposta a Cuorgnè con alcuni aggiornamenti, grazie alla collaborazione delle volontarie della “Casa delle Donne di Ivrea” che ha uno sportello di ascolto e di accompagnamento per donne in stato di fragilità, e quindi anche vittime di violenza domestica, a Cuorgnè e a Ivrea. La mostra espone un insieme di opere di scultura, pittura e fotografia, realizzate da una quarantina di artisti con “l'intento di porre l'accento sui vari aspetti delle donne a 360° e portare le donne a comprendere l'importanza di apprezzarsi e, soprattutto, amarsi, aiutandole a vedere in loro stesse quel bagaglio d’infinite qualità che le rende uniche e che nessun essere umano può permettersi di calpestare”. Vicino a ogni opera ci sono i pensieri e i valori che hanno ispirato gli artisti nelle singole composizioni.
Lungo il percorso espositivo anche abiti tradizionali di diverse culture e testimonianze scritte si alternano alle opere, facendo emergere la trasversalità degli abusi, che possono essere subiti da donne di tutte le provenienze e di tutte le estrazioni sociali. Si possono leggere infine alcune frasi che donne di tutto il mondo hanno donato per testimoniare il loro impegno e la loro esperienza. Alla fine di questo tragitto inizia la parte curata dal Centro Antiviolenza che, con le sue donne accolte negli anni, di ogni estrazione, origine e stato sociale, accompagna i visitatori nella tragica realtà della violenza di genere. Ogni donna “farà una richiesta” che ci porterà sicuramente a riflettere. E ci aiuterà a comprendere che cosa siano state per lei la violenza fisica e quella psicologica, ma anche la sua forza e il suo coraggio.
Si possono anche leggere in sintesi alcune storie delle donne che la “Casa di Via Domani” ha supportato nel 2022: storie di violenza fisica e psicologica, di molestie, di dipendenze, di disagio psicologico, di incompatibilità che non guardano in faccia etnia o professione, cultura o ceto sociale. Donne che vengono sfruttate, trattate come proprietà esclusive, da partner senza umanità, senza la capacità di un dialogo sano e costruttivo, che non conoscono parole come collaborazione, condivisione, rispetto. Figli che assistono a episodi violenti e crescono pensando che quella sia la norma, riproducendo da adulti i comportamenti visti da bambini. Storie che ci sfiorano appena o che ci coinvolgono a fondo, di chi vuole sparire e di chi non riesce a staccarsi, di chi passo dopo passo si lascia alle spalle la tempesta, storie di tutti i tipi… più che storie, vite. Le testimonianze che concludono il percorso donano uno spaccato reale di ciò che accade alle donne vittime di violenza. Gli sportelli di ascolto e accoglienza e i centri antiviolenza sono un tassello fondamentale per la ricostruzione del futuro di queste donne e delle loro famiglie, donando loro supporto e sostegno.
A Cuorgnè e a Ivrea le volontarie della Casa delle Donne, insieme ad altre Associazioni presenti sul territorio, alle forze dell’ordine e ai servizi dell’Asl To4 lavorano in modo sinergico, accogliendo, ascoltando, informando e aiutando nel loro percorso le donne che si rivolgono a loro ma anche gli uomini e i ragazzi che cominciano ad avere paura della loro rabbia incontrollata: si danno informazioni sui centri dove poter trovare ascolto e aiuto, per esempio il centro “Punto a Capo” che aiuta gli Offenders. Per supporto da parte della “Casa delle Donne” si può telefonare al 0125 49 514 o inviare una e-mail a segreteria@casadonneivea.it – si viene ricontattati entro 24 ore.
La speranza è che i visitatori della Mostra «L’isola che c’è... credimi, non sono solo storie» escano dal percorso espositivo maggiormente consapevoli e desiderosi di abbattere il muro del victim blaming, cioè quel fenomeno negativo che porta molte donne vittime di violenza a non denunciare per timore di essere ulteriormente colpevolizzate. Chiedere aiuto e parlare di ciò che si vive in prima persona, o si vede viver attorno a noi, è il primo passo per spezzare il cerchio della violenza che è un reato e non è mai, mai, mai giustificabile.