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CUORGNE’ - Venerdì 17 ottobre l’ex chiesa della Santissima Trinità di Cuorgnè si è trasformata in una suggestiva sala teatrale per ospitare «Perché fermarsi?». Si tratta di un originale spettacolo tratto da storie di vita vere, tra sogni, inciampi e ripartenze. Il riuscito evento è stato promosso da Cooperativa Dalla stessa parte, Andirivieni, Consorzio Copernico, Ciss 38, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

In scena gli educatori, attori e registi della cooperativa Andirivieni Carlo Cusanno, Ilaria Grasso e Riccardo Forneris splendidamente coadiuvati dai tecnici Francesca Querio, Nicole Martino e Federico Aimonetto e Gianluca Bruna (cooperativa Dalla stessa parte) per la raccolta testi hanno fatto centro. Hanno strappato applausi e regalato al pubblico presente un’occasione per riflettere e riconoscersi nelle storie di chi ha trovato il coraggio di ricominciare.

«Sono stata la docente di questo progetto di formazione, che aveva la finalità di fare un lavoro di consapevolezza nella vita delle persone - ha spiegato Cinzia Imparato della cooperativa Dalla stessa parte – Abbiamo affrontato tematiche legate ai limiti e alle credenze, che molto spesso nella vita quotidiana possono portare dei “blocchi” rispetto ad un’esistenza che dovrebbe invece fluire in modo ricco, pieno e positivo. Ci siamo focalizzati con le persone che hanno partecipato alla nostra formazione sui talenti, le qualità e quegli elementi che rimuoviamo insieme alle cose brutte e che sono invece dentro ad ogni persona. Ci dimentichiamo di possederli. Attivare questa parte di nostre capacità è come mettere in modo un qualcosa che permette di riprendere la vita in mano. Il nostro obiettivo era accendere una luce all’interno di quella “stanza” umana già ricca di cose belle e importanti ma che magari è caratterizzata da un buio che impedisce di vederle. Non sapevamo dove ci avrebbe portato questo progetto. Di sicuro non mi aspettavo di essere qui oggi, su un palco teatrale. Il bello di questi lavori sono però le persone che si incontrano e le alchimie che si creano, dando vita a qualcosa di dedicato. E questo, grazie ai ragazzi di Andirivieni, si è concretizzato in questo spettacolo: un’opera d’arte, che racconta storie di vite e ci dà esempi positivi di persone resilienti di cui tutti abbiamo bisogno. Uomini e donne che cadono e si rialzano, facendo forza a tutti».

«Le storie di uomini e donne – ha aggiunto Gianluca a nome dei promotori del progetto – da sempre hanno un valore. Trasmettono e ci fanno vedere la realtà. Sono le nostre storie che guardate dall’esterno, da più lontano, da altre persone, ci mostrano quel “filo d’oro” che ci porta in luoghi che altrimenti non avremmo visto. Anche questo spettacolo è una forma di evidenza di questo “filo d’oro”. Abbiamo raccolto le vite delle persone con cui abbiamo lavorato e abbiamo visto che erano delle storie piacevoli da raccontare e che restituivano valore. Ogni vita, anche quella più difficile e complicata, ha un valore grande». Al termine dello spettacolo si è tenuta la presentazione delle nuove proposte per le associazioni del territorio a cura della Fondazione Comunità del Canavese.