FELETTO - L’ideale e come la pietra e la pietra non brucia. E’ stata una mattinata, quella vissuta a Feletto mercoledì 16 agosto 2023, di memoria e Resistenza. Le lancette dell’orologio sono virtualmente tornare indietro di 79 anni, a quel drammatico 16 agosto 1944, quando, per rappresaglia, le truppe nazifasciste diedero alle fiamme il centro abitato del paese. Si salvarono pochissime abitazioni. 2668 persone restarono senza casa costrette a rifugiarsi negli altri paesi della zona, a partire da Castellamonte e Rivarolo Canavese.
L’amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Maria Cristina Ferrero, insieme all’Anpi, alla Polizia locale e alle associazioni del territorio ha ricordato quei terribili avvenimenti con una sobria ma toccante manifestazione. Il corteo, partito dal municipio, ha attraversato le vie felettesi e dopo l’omaggio alla targa in ricordo dei caduti è tornato in piazza Martiri per un momento di preghiera e riflessione.
La prima cittadina ha ricordato l’importanza di non dimenticare il passato, affinché certi orrori non si ripetano più. Ha inoltre rimarcato come Feletto fu «il centro più importante della Resistenza del basso Canavese», tanto da essere tra le città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, insignita, il 10 luglio 1984, dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, della Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Giuliana Manavella ha, quindi, ripercorso con un toccante racconto i momenti di quel terribile 16 agosto ’44: «La storia che ho letto in piazza è stata scritta da un vecchio felettese. A volte la realtà e la fantasia si assomigliano così tanto da non saperle distinguere. Questa storia, che potrebbe calzare a tanti paesi in Italia, è così triste, così assurda che sembra quasi impossibile essere reale. “Non bisogna mai dimenticare e ricordare tutto ciò2 mi disse il vecchio felettese. Mentre parlava le lacrime scorrevano sul suo volto. Quando gli chiesi perché gli uomini si trasformano in lupi e avvolti mi rispose, piangendo che la “risposta è dentro di noi».