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IVREA - C’è un posto nel mondo dove il cuore batte più forte, dove le emozioni si fanno tangibili e si può anche sognare di vivere tutti insieme in pace senza più gli orrori della guerra. Quel posto ha diritto di cittadinanza in un sincero abbraccio, come quello che Papa Leone XIV, nei giorni scorsi, ha regalato ad alcuni dei fedeli giunti da ogni angolo dei 5 continenti in piazza San Pietro per la seconda udienza generale del Santo Padre. Tra di loro c’era anche la 33enne ucraina, Olena Korbko, che è tornata a camminare liberamente dopo anni, grazie all’incontro con gli angeli de La Memoria Viva, alle cure del dottor Ugo Scarlato di Ivrea e alla riabilitazione a Settimo Torinese. Quel gesto carico di umanità, compiuto dal Pontefice, ha lasciato il segno andando oltre a dove le parole si erano fermate. Per Olena è come se Papa Leone XIV avesse abbracciato l’intera comunità ucraina e tutte le persone, che come loro quotidianamente devono fare i conti con gli orrori di un conflitto bellico ingiustificabile e senza fine.

La 33enne ucraina, che vive a Kharkiv ed è una volontaria, come il marito che si trova al fronte di Kupiansk, ha preso carta e penna e scritto al Santo Padre. Gli ha raccontato la sua storia. Lo ha poi omaggiato con alcuni doni dal significato speciale: «Questi doni che ha ricevuto da parte mia sono frutto di un lavoro fatto dalla popolazione ucraina che resiste da ormai 4 anni alle barbarie dell’invasore. Vilna è una bambolina che i ragazzi di Kharkiv realizzano nei bunker sotterranei della regione, in particolare nel comune di Krasnokutsk. In italiano “Vilna” si traduce come “Libera” ed è lo strumento di socializzazione che i ragazzi hanno durante le poche ore in cui possono stare insieme. Non giocano con telefoni o pc ma imparano a realizzare simboli di pace e di amore universale come Vilna».

«La bandiera che le porto in omaggio è quella di una delle moltissime città che stanno in queste ore subendo pesanti attacchi – ha spiegato Olena al Papa – Colpiscono spietatamente ogni cosa che si muove con droni killer: dalle macchine alle biciclette, fino a persone a piedi e anche le ambulanze che La Memoria Viva di Castellamonte per esempio ha già donato più volte nella regione di Kharkiv. Mio marito prima di lasciarmi alla stazione mi ha dato questa bandiera con il desiderio di farla arrivare a lei. Ci sono le dediche dei comandanti che stanno difendendo la città, sono uomini che mai hanno sognato di fare la guerra, sono padri e sono figli. Vogliono che questo incubo finisca presto per tornare a casa dalle loro famiglie anche se sanno già che per molti di loro purtroppo il destino è segnato».

Infine, un ultimo presente importante, emblema di un Paese che soffre ma che con forza resiste in nome della pace e della libertà: «Le dono la mia stampella, quella che mi ha dato la forza di non arrendermi quando la malattia mi ha colpito 2 anni fa, senza nessun avviso così come senza un avviso reale gli invasori ci hanno attaccato – ha scritto Olena - La mia vita è cambiata di colpo, una malattia che mi ha distrutto la testa del femore. Questa stampella mi ha dato la forza di non arrendermi sino al mio incontro con i volontari de La Memoria Viva a Natale scorso. Ho chiesto anche a loro un aiuto. Ero disperata, il dolore mi lacerava dentro. Ero costretta a letto per gran parte della giornata e non potevo più essere utile al mio popolo. Loro mi hanno promesso di cercare delle soluzioni e dopo alcuni mesi eccomi qui. Ora non sento più dolore. Grazie all’Italia, al Canavese, al dottor Ugo Scarlato di Ivrea e alla riabilitazione di Settimo Torinese sono davanti a Lei Santo Padre. Non necessito più di due stampelle e tra poco lascerò anche l’altra perché tutto è andato bene e potrò tornare ad essere utile al mio popolo e alla mia famiglia. Questa stampella per me ha un profondo significato: mi ha aiutato a trovare la via della speranza. La dono a Lei ma a Maria Madre Misericordia perché possa essere la nostra stampella di speranza per una urgente e duratura Pace. Non voglio più vedere scorrere il sangue nella mia cara Ucraina, piangere bambini e madri morti per difendere la libertà della nostra nazione. Non chiediamo nulla che poter vivere sereni e liberi nella terra che Dio ci ha donato e che nessuno ha il diritto di toglierci. Santo Padre, ci aiuti a sostenere il percorso di pace duraturo anche con la preghiera».