IVREA - Si avvicina il tanto atteso momento. Questa sera, sabato 1 marzo 2025 alle 21, verrà svelata l’identità della Vezzosa Mugnaia per l’edizione 2025 dello Storico Carnevale di Ivrea. La folla si riunirà trepidante in Piazza di Città, con lo sguardo rivolto all’insù, nell’attesa che il Sostituto del Gran Cancelliere legga uno dei proclami più attesi e che, dal balcone, faccia capolino lei, la Signora, in un momento in cui le fortissime emozioni personali si fonderanno con l’abbraccio forte e potente dell’intera città.
Prima dell’affaccio, la Mugnaia, dopo aver indossato il tradizionale abito bianco, si trasferirà dall’Ufficio del Sindaco alla Sala Dorata dove le verrà appuntata sulla sciarpa verde la spilla con Pala e Pich su coccarda rossa, omaggio del Generale. Le verrà quindi presentato il Sostituto Gran Cancelliere dall’Aiutante di Campo a lei addetto. Il Sostituto, a sua volta, le presenterà il Generale, gli ufficiali dello Stato Maggiore, le Vivandiere, gli altri protagonisti del Carnevale e gli invitati. Alle 21, al suono del campanone civico, il Sostituto darà lettura della nomina e al momento della proclamazione la Mugnaia uscirà sul balcone centrale del Palazzo per ricevere l’abbraccio della città.
Dopo la presentazione della Mugnaia, la serata proseguirà in un crescendo di eventi ed emozioni con la Marcia del Corteo Storico in Lungo Dora in onore della Vezzosa Mugnaia. La Mugnaia, al braccio del Generale, prenderà posto nel corteo storico composto da Pifferi e Tamburi, Banda Musicale, Alfieri con gli omaggi floreali, Scorta d’Onore, Damigelle, Paggi, Toniotto, accompagnato dal Sostituto Gran Cancelliere, Ufficiali e Vivandiere dello Stato Maggiore, Podestà e il suo seguito, Abbà accompagnati dai Credendari. Il Corteo, preceduto e scortato dai Goliardi e dalle squadre degli aranceri a piedi che hanno fatto ala all’uscita della Mugnaia dal Palazzo Municipale, attraverserà la città per ricevere l’omaggio degli aranceri delle squadre a piedi nelle proprie piazze e di tutta la cittadinanza, e assistere allo spettacolo pirotecnico sulla Dora Baltea. Al termine, appuntamento in Piazza di Città per il tradizionale ballo con il Generale per poi proseguire in giro per la città, di piazza in piazza, per le Feste degli Aranceri.
Nata dalla commistione tra storia e leggenda, fra ricordo e celebrazione, la Mugnaia è il personaggio più importante dello Storico Carnevale, l’eroina che è stata elevata a simbolo della libertà conquistata dal popolo in rivolta contro il tiranno feudale. La leggenda narra come, in età medievale, la giovane popolana e novella sposa Violetta, si oppose con coraggio alle attenzioni del tiranno che, non contento di vessare il popolo con tasse e maltrattamenti, avrebbe imposto alle giovani spose lo ius primae noctis. Salita al castello la sera delle nozze, questa giovane giurò al marito, ora comunemente chiamato “Toniotto”, che non avrebbe accettato un simile ricatto. Estratto improvvisamente un pugnale dalle vesti, mozzò la testa del tiranno e la mostrò al popolo intero dagli spalti del castello. Fu il segno della rivolta. Il maniero fu subito preso e incendiato e il popolo giurò che in quel luogo non si sarebbe mai più costruito nulla.
Ambientata nel basso Medioevo, questa leggenda ha un fondo di storia: a quell’epoca, infatti, la Dora Baltea era costellata di numerosi mulini natanti; forse la rivolta eporediese fu causata dall’ennesima tassa sul macinato, ma il suo ricordo si è tramandato nel tempo attraverso l’immagine della vezzosa Violetta che liberò l’intera città. Non esistono testimonianze storiche sul diritto dei feudatari di trascorrere la prima notte di matrimonio con le spose dei loro sudditi. Nell’anno 1858 gli organizzatori del Carnevale di Ivrea introducevano nel corso di gala il carro trionfale recante l’Eroina della festa: la vezzosa Mugnaia. Il magnifico e allegorico carro recante la “gloriosa fanciulla” comparso durante il corso di gala del 1858 costituiva di fatto un’emblematica rappresentazione volta a insegnare “storiche gesta e civiche virtù”. La Mugnaia eporediese, risorgimentale Dea Libertà, Dea Patria, Dea Italia (nel cui abito sono riassunti i colori della bandiera italiana) fu l’inconsapevole testimone di un’età storica densa di entusiasmi e di ideali: assisa su un leone giacente con il piede sui ceppi delle servitù infrante, venne accolta e ampiamente esaltata dal notabilato locale, in quanto incontrastato simbolo della festa civica.
La Mugnaia veste di bianco perché simbolo di purezza, porta il berretto frigio in quanto eroina della rivolta e sfila sul carro dorato in segno di vittoria trionfale. Deve essere sposata, perché sposa era Violetta. L’aggettivo che la caratterizza è vezzosa, cioè aggraziata e gentile come vuole la tradizione. Benché il suo nome sia Violetta, in città sentirete più spesso parlare di lei come della “Vezzosa Mugnaia” o della “Signora”. Il castello a cui fa riferimento la leggenda non deve essere confuso con il castello sabaudo conosciuto come “castello dalle rosse torri”. Si tratta dell’antichissima dimora dei marchesi di Ivrea “Anscarici” che hanno dominato tra il IX e il X secolo su una vastissima marca, di cui due esponenti divennero Re d’Italia, Berengario e Arduino. Ora questo luogo è identificato con il nome di “Castellazzo”.