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CANAVESE - Dal Canavese a Hollywood. In questi giorni è stato dedicato a Caterina Boratto, attrice appartenente ad una famiglia originaria di Piverone, un giardino in piazza Statuto a Torino. Paolo Ceratto, figlio dell’attrice, durante la cerimonia ha ringraziato da parte il Comune di Torino e gli Uffici, il Circolo degli Artisti (che ha proposto l’intitolazione del giardino) e il Museo del Cinema. 

«Divenuta una star del cinema al suo esordio, con il successo del film “Vivere” del 1936, faranno seguito altri film da protagonista – ha spiegato lo storico, Emilio Champagne, presidente dell’associazione castellamontese, Terra Mia, e presente all'iniziativa torinese - Nel 1939 viene scritturata dalla Metro come unica attrice italiana destinata alla prestigiosa “scuderia” di L.B. Mayer dove lavorano i nomi più noti della cinematografia mondiale: Gable, Garbo, Garland, Tracy. Nel 1942, a seguito della dichiarazione di guerra dell’Italia agli Stati Uniti, si trova a dover lasciare Hollywood per far ritorno a Torino, interrompendo così il suo contratto settennale con la M.G.M. Nel 1944 sposa Armando Ceratto, proprietario della clinica Sanatrix. Nel dopoguerra decide di dedicarsi alla vita familiare: i suoi due figli nasceranno, nel 1946 il primo e il secondo nel 1954. Caterina Boratto torna davanti alla cinepresa nel 1962 con una parte nel film “8 ½” di Federico Fellini che vede in lei “una regalità completa” e la vorrà con sé per altri due film. Alternando cinema, televisione, radio, teatro, operetta, fotoromanzi e pubblicità lavora con oltre 40 registi, fra questi anche premi Oscar: Bolt, Pollack, Wertmuller, oltre allo stesso Fellini. Caterina Boratto vivrà sempre l’eterno “ricominciare” degli attori, che devono essere sempre pronti a dare vita a nuovi personaggi, affrontare altre opportunità e superare momenti difficili».

«Per lei fu particolarmente critico il momento della morte di Pier Paolo Pasolini nel 1975, avvenuta poco dopo che avevano collaborato alla realizzazione di “Salò”. In oltre 50 anni di carriera, s’impose sullo schermo valorizzando le proprie qualità: voce, talento, fotogenia, portamento, professionalità e bellezza, riuscendo così anche a sfidare con successo lo scorrere del tempo – aggiunge sulla sua pagina social Emilio Champagne - Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le conferisce l’onorificenza di Commendatore per meriti artistici». «Suo marito Armando Ceratto era originario di Vidracco - ha spiegato su facebook Giuseppe Zucca - Era figlio del commendator Ceratto, titano del lavoro e grande benefattore. A Vidracco ha regalato tante opere pubbliche. Dopo la guerra mondiale aveva ricostruito intere zone nel nord della Francia facendosi notare per aver donato a quelle comunità a sue spese teatri e opere pubbliche. Il gemellaggio tra Ephey e Vidracco di anni fa è stato voluto da questa comunità francese per ricordare il benefattore commendatore Ceratto. A Castellamonte villa Ceratto è stata fino a parecchi anni fa di proprietà della figlia Alma». (Foto di Emilio Champagne)