RIVAROLO CANAVESE - Continua nel cortile del Malgrà a Rivarolo Canavese la rassegna «Cinema al Castello 2024». L’iniziativa è patrocinata e sostenuta dal Comune di Rivarolo Canavese ed organizzata dall’associazione culturale eporediese Rosse Torri, con la collaborazione dell’associazione Amici del Castello Malgrà, della Biblioteca comunale «Domenico Besso Marcheis» e del cinema «Ambra» di Valperga.
Le proiezioni si svolgeranno ogni giovedì, alle 21.30, con ingresso da via Maurizio Farina 57 – ingresso principale del parco del castello. Biglietto unico 5 euro, gratuito per i minori di dieci anni. In caso di maltempo la proiezione si svolgerà presso il salone comunale di via Montenero 12 (per aggiornamenti è possibile contattare 0124454680 - 3516906071).
Giovedì 15 agosto, Zamora di Neri Marcoré (Italia, 2024, 100’): il trentenne tuttologo Walter Vismara, ragioniere in provincia, è catapultato dalla quieta Vigevano alla rampante Milano nel pallone. Il goffo Walter, sdegnando il calcio, si ritrova assalito dalla febbre del folber (il calcio in lombardo per Gianni Brera) che contagia tutti i piani dell’avveniristico ufficio, soprattutto quelli alti. Così Walter per tenere il posto, si reiventa interista e portiere. Nel nome di Ricardo Zamora Martinez (leggendario estremo portiere spagnolo), il ragioniere ingaggia Giorgio Cavazzoni altro prodigio con i guantoni. È la sentita, aggraziata, apprezzabile operazione nostalgia del classe 1966 Neri Marcorè che sceglie la commedia gentile per l’esordio alla regia, canonizzando il mito prosperoso dell’Italia del Boom, dimentica della guerra, consumista, aziendalista, fiduciosa nell’avvenire e ammattita per il pallone.
Giovedì 22 agosto con The old oak di Ken Loach (UK-Francia-Belgio, 2023, 113’): Gli abitanti di una cittadina del Nord-Est dell’Inghilterra, affossata dalla chiusura delle miniere decisa da Margaret Thatcher nell’84, osteggiano l’arrivo dei rifugiati siriani. Non c’è più quella che era una comunità che costruiva la solidarietà intorno alla comune operatività e, quando è stato necessario, alla comune lotta per la difesa del posto di lavoro. Sono rimasti nuclei familiari isolati tra cui sembrano prevalere solo coloro che vivono di recriminazioni e vedono in chiunque altro si avvicini loro un profittatore che vuole togliergli quel poco che gli è rimasto. Ma l’amicizia tra il barista attempato e una giovane immigrata appassionata di fotografia avrà effetti potenti. Focali corte, umanità larga: il film scritto dalle storie dei testimoni, dal lascito degli incontri, dal sodalizio con lo sceneggiatore Paul Laverty, dal comune senso dell’ardore (politico), ritrova un autore in senso classico, quale detentore di una poetica, combattiva e misericordiosa, e di uno stile, piano ma non sciatto.
La rassegna si concluderà giovedì 5 settembre con la proiezione di Io Capitano di Matteo Garrone (Italia-Belgio, 2023, 121’): una fiaba omerica che racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano. Garrone toglie da subito Io capitano dalla retorica polarizzata che caratterizza il tema dell’immigrazione, restituendogli una purezza di racconto narrato dal punto di vista di chi non viene mai interpellato sull’argomento.