RIVAROLO CANAVESE - Venerdì 3 marzo 2023 al ristorante Tre Re di Castellamonte si è tenuta la Charter di fondazione del nuovo Lions Club Canavese Centro con sede a Rivarolo Canavese. Nell’ambito di una serata di gala il governatore del distretto Carlo Ferraris ha consegnato la carta di fondazione rilasciata dal Board internazionale di Oak Brook (Chicago) con la quale si sancisce la fondazione e contestualmente ha appuntato le spille di appartenenza al petto di 31 soci. La nuova istituzione negli scorsi mesi formativi ha già portato a termine alcune importanti azioni sul territorio e altre sono in programma per i mesi a venire.
«La storia del Canavese Centro ha un ché di manzoniano perché affonda le radici in un dissenso grave che in una parola si può liquidare con la celebre frase “La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’uno e dell’altra” e dopo il travagliato periodo di pandemia continua riecheggiando la minaccia perentoria rivolta da uno dei bravi all’orecchio dell’inetto don Abbondio: “questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai” - fanno sapere dal neo club Lions - incomincia così la storia di questo nuovo Club, non proprio con i migliori auspici, poiché quando nell’ottobre 2022 il tentativo di ricomporre la frattura del “Rivarolo Canavese Occidentale” avvenuta nel 2020 non è andata a buon fine e si è incominciato a parlare di un nuovo Club animato da coloro che, dopo aver chiarito un malinteso di fondo, richiedevano di rientrare nel vecchio sodalizio sono iniziati i dissidi. Da quel momento si è scatenata una ridda di pareri contrari. Forse per l’attivismo dei vertici del Club rivarolese o forse più semplicemente per il conservatorismo degli ambienti locali e in parte distrettuali, sta di fatto che gli atteggiamenti contrari alla nascita di un nuovo Club si sono saldati e ne è scaturito un blocco di opinione compatto che in breve ha portato all’isolamento del gruppo di soci che cercavano di guardare oltre il contingente e credevano che la ritrovata concordia fosse un valore assoluto da coltivare».
«Sono corse telefonate dissuasive e riunioni di coordinamento delle forze contrarie a ogni ipotesi di dare sbocco alla richiesta di ricomporre un Club che per qualche anno è stato ai vertici del Distretto 108Ia1 per attivismo e quantità di service svolti, giungendo al punto che le sparute forze impegnate a ricomporre i dissensi, dopo aver sperato in un esito positivo, al punto da comunicarlo in via informale al vertice distrettuale, si sono interrogate se continuare nell’impresa e con essa disinteressarsi delle sorti di un Club che aveva cercato in ogni modo di non soccombere ma rifiutava l’ingresso di nuove forze in grado di raddoppiane la compagine. Si sono vissute settimane di riflusso, durante le quali sembrava che le frustrazioni e le smagliature indotte dal fallimento di un’iniziativa volta unicamente a costruire avessero la meglio giungendo al punto di ipotizzare l’abbandono di ogni iniziativa. Poi ha prevalso l’orgoglio e il desiderio di raccogliere la sfida che si andava delineando, di sormontare i pareri e gli atteggiamenti negativi, addirittura quelli maturati in prossimità del vertice distrettuale, cercando di far valere il buon senso e la razionalità. In questo quadro si è trovato un interlocutore insostituibile nel governatore Carlo Ferraris che ha compreso la sincerità della richiesta e senza tentennamenti ha incoraggiato l’iniziativa anche contro il parere di molti del suo staff e della voce contraria che sempre più alta si levava dal territorio».
«Il successo di questa iniziativa va inequivocabilmente ascritto al governatore Carlo Ferraris che ha compreso le istanze e ha saputo discernere appoggiando la richiesta senza esitazione e a chi si è battuto con tenacia per la sua riuscita. In linea con l’azione di governo del Distretto, un manipolo di donne e uomini caparbi, capeggiati da Iva Scrinzo e Marco Cima, si sono adoperati alacremente per sormontare ogni difficoltà. La cerimonia d’investitura ha avuto momenti toccanti e quando il nuovo presidente Mareco Cima ha finalmente potuto sollevale la carta di fondazione sono scrosciati gli applausi ma lui ha chiesto il silenzio e ha voluto offrire ai soci e agli ospiti un inno di gioia, il più antico che la storia dell’umanità abbia registrato. La cantante Lalitha Bellino accompagnata dal violino di Federica Biribicchi e al piano da Gianpaolo Guercio ha intonato l’Hallelujah nella versione di Leonad Cohen provocando i brividi a molti presenti in sala».