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RIVAROLO CANAVESE - «Per la tenacia con cui ha affrontato la malattia che l’ha colpita da bambina e da cui è uscita rafforzata. La sua attività di volontaria nei confronti dei più bisognosi è la testimonianza di come la sofferenza possa trasformarsi in accoglienza e impegno verso la vita». E’ la motivazione con cui Marta Camerlo, 15enne residente a Rivarolo Canavese, è stata nominata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «Alfiere della Repubblica».

«E' un riconoscimento che onora tutta la città per il grande significato che rappresenta per il coraggio dimostrato e l’impegno di Marta a favore dei più deboli - spiega il sindaco rivarolese, Alberto Rostagno - Conosco Marta da quando in quinta elementare (allieva della maestra Gabriella Meaglia) è stata eletta nel consiglio comunale dei ragazzi e in quanto musicista della filarmonica rivarolese. E’ una ragazza splendida che ha sofferto molto per la malattia che ha combattuto con orgoglio. Questo riconoscimento rappresenta una grande speranza per il futuro, un esempio per tutti, per i giovani, ma anche per gli adulti. La storia di Marta è una storia di vita eccezionale, di sofferenza e di altruismo, di solidarietà e di sani valori. Se Marta è così è perché alle spalle ha una famiglia rivarolese (che ringrazio) che le ha insegnato questi valori: sono orgoglioso che sia una nostra concittadina a ricevere questo riconoscimento dal Presidente della Repubblica. Grazie a Marta per la gioia che ci ha dato nell’apprendere la notizia che inorgoglisce tutta la comunità rivarolese»

«È un onore avere tra noi un nuovo Alfiere della Repubblica – hanno commentato dalla Pastorale Giovani della Diocesi di Ivrea - Dopo la malattia ha deciso di trasformare la sua sofferenza in impegno per gli altri, dedicandosi alle attività di volontariato in oratorio e all’Arsenale della Pace». «Lo faccio perché mi rende felice e so che rende felici anche gli altri», ha raccontato Marta. «Al termine della prima media, Marta ha scoperto di avere una grave patologia che ha comportato un intervento e delle terapie molto pesanti, durante le quali non si è mai lasciata abbattere da quanto le stava accadendo - si legge nella motivazione del presidente Mattarella - una volta guarita, ha deciso di trasformare la sua sofferenza in accoglienza e impegno verso la vita, e lo ha fatto con rinnovata energia dedicandosi alle attività di volontariato in oratorio e all’Arsenale della Pace di Torino, dove si occupa del doposcuola per i bambini di Porta Palazzo, dello smistamento di generi di prima necessità per aiutare le persone più povere, della pulizia degli spazi comuni e del servizio nell’orto».