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RONCO CANAVESE - Continua il viaggio del romanzo fantasy celtico piemontese «Il Libro del Tempo Perduto». E’ stato un piacevole pomeriggio culturale quello vissuto domenica 13 agosto alla biblioteca di Ronco Canavese. Alle 18,30, davanti ad una buona cornice di pubblico, l'autore Silvano Nuvolone ha presentato la sua ultima pubblicazione con illustrazioni realizzate dagli studenti del Liceo artistico Felice Faccio di Castellamonte. Non è mancato un accenno al suo intramontabile romanzo «La stagione della neve».

«“Il libro del Tempo Perduto – La stirpe d’Iperborea” è nato su suggerimento dell’editor, Roberta Ronchetti - spiega Silvano Nuvolone - L'idea era di scrivere un fantasy storico-piemontese. Mi ha incuriosito molto il tema. Ho fatto delle ricerche e studi sui celti nella nostra Regione. Ho trovato diverso materiale sia di carattere storico che leggende. Mi sono piano piano appassionato ed è nata questa storia, ambientata tra Piemonte e Francia».

Il romanzo è stata l’occasione giusta per coinvolgere gli studenti del territorio. Gli allievi del Liceo Faccio di Castellamonte, grazie ad un progetto PCTO dell’anno scolastico 2022/23, hanno partecipato con delle meravigliose illustrazioni alla realizzazione del libro. In particolare, la copertina di «Il Libro del Tempo Perduto» è stata realizzata da Rebecca Recchia; la cartina contenuta nel volume da Lorenzo Buffa e le illustrazioni interne sono di Miriam Loggia. Quale consiglio darebbe Nuvolone ai giovani che sognano di diventare scrittori? «E’ importante stare con i piedi per terra. Fare lo scrittore è dura. Ho conosciuto Franco Piccinelli, grande scrittore e giornalista. Lui diceva sempre che “con la scrittura qualche volta avrei mangiato il contorno”. Difficile, però, non vuol dire impossibile. Secondo me, chi ha una dote, un talento alla fine emerge, in qualsiasi campo, prima o poi. Il problema è il “poi”. Porto sempre l’esempio di mio nipote, Emanuele Baccinelli, disegnatore di fumetti Disney. Lui disegnava Paperino e Topolino fin da piccolo. Non ha mai voluto fare altro. Era il suo destino. E’ un caso raro. Ai ragazzi dico, quindi, di seguire sempre i propri sogni e cosa si vuole fare da “grandi”, tanto nella vita non c’è nulla di facile».

«Scrivere per me non è una fatica – aggiunge Silvano Nuvolone, che è anche un apprezzato paroliere – Quando inizio e scelgo l’argomento storico dei miei libri mi devo informare. Mi documento a 360° gradi, in biblioteca, su internet o leggendo e cercando dei libri specifici. Quando ho raccolto tutto il materiale necessario inizia la fase di scrittura e mi lascio trascinare dalla fantasia, che è una mia dote. Il momento di studio e documentazione può essere anche molto lungo. Ad esempio, per “Il tesoro dei Templari” è durato più di un anno. Mi piace anche andare a vedere i luoghi in cui sono ambientati i miei libri. Per sentirli miei e rendermi conto con i miei occhi come sono davvero e per sviluppare nel modo corretto la storia. Il protagonista del “Tesoro dei Templari” è un cavaliere transalpino che muore a Vercelli. Mentre il libro era in stampa, leggendo La Sesia ho scoperto la storia curiosa di questa lastra tombale di un cavaliere francese che è diventata nel tempo anche il pavimento di un balcone. Sono andato a vederla in esposizione al Museo Leone di Vercelli e ho notato che il crociato era rappresentato sulla lapide a mani giunte con la spada vicino, proprio come avevo scritto io nel libro. Mi ha fatto piacere, voleva dire che avevo lavorato bene con la mia ricostruzione storica».

«Un grazie finale – conclude Nuvolone – lo voglio rivolgere ai ragazzi del Liceo di Castellamonte. Sono stati fantastici. Hanno lavorato davvero bene. Un ringraziamento speciale va poi a Roberta e Arianna di Baima e Ronchetti, artefici di questo riuscito progetto».