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SAN COLOMBANO - Trentun luglio 1944, trentun luglio 2022. Si è svolta questa mattina a San Colombano, la commemorazione dei Partigiani caduti nella battaglia di frazione Sale 78 anni fa. Le celebrazioni, organizzate dalla sezione Anpi di Cuorgnè in collaborazione con i Comuni di Canischio, Prascorsano e San Colombano, sono state l’occasione migliore per ricordare chi ha dato la vita per la nostra Libertà. 

All’evento hanno partecipato i musici della Filarmonica di Canischio e Prascorsano, diversi sindaci e amministratori del territorio, il presidente dell’Unione Montana Val Gallenca, Piero Rolando Perino, Valentina Rizzi per l’Anpi provinciale di Torino e Roberto Rizzi, presidente della sezione cuorgnatese dell’Anpi.

Dopo la deposizione della corona di alloro al Monumento ai caduti è intervenuto il vicesindaco di San Colombano Belmonte, Vittorio Boccardo: «Nella commemorazione dell’anno scorso avevamo riflettuto sull’importanza dei valori di libertà e pace. A distanza di 365 giorni mi chiedo quanto si debba ancora fare per consolidare gli obiettivi che si erano posti quei giovani che hanno combattuto la guerra di Liberazione. La libertà e la pace non sono così scontate: basta pensare a cosa sta accadendo nell’Europa dell’est. Non riesco neppure a immaginare cosa proverebbero quei ragazzi, come Mastroglia, che 78 anni fa perse la vita in frazione Sale, a vedere le attuali immagini di distruzione, morte, di odio che genera ostilità e rancore. Ora spetta a noi fare tesoro di ciò che hanno fatto e spargere idealmente il seme della speranza, della democrazia e della pace».

Giulia Galli, vice sindaco di Canischio, ha citato Ungaretti e aggiunto: «Gli occhi aperti per sempre alla luce di Ungaretti sono occhi aperti alla luce della libertà, della democrazia, e del rispetto del genere umano e del mondo che lo ospita. Un mondo e uno stato che è tornato a soffrire nell’ultimo periodo, per colpa di una pandemia, di una guerra vicina, di un susseguirsi di crisi di governo, ma soprattutto per una totale indifferenza verso il prossimo, verso le istituzioni, la storia, la scuola, l’associazionismo, il volontariato. Sono passati quasi 80 anni da quando questi giovani ragazzi diedero la vita per la libertà e la luce delle nuove generazioni. E’ giunto il momento di fermarsi e provare, nel nostro piccolo quotidiano, a renderci parte attiva di questo mondo e di questa Italia in sofferenza per una mancanza generale di identità. Dobbiamo impegnarci per costruire un futuro migliore, lo dobbiamo a loro e a ciò che la storia ci ha tragicamente insegnato. E lo dobbiamo a te figlio mio e a tutte le generazioni che verranno, affinché nessuno perda mai la libertà di vedere la luce».