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SAN GIUSTO CANAVESE - Interessante incontro col giornalista in pensione Angelo Conti, inviato de La Stampa nei luoghi di guerra e di cronaca nera fra Milano e Torino e consigliere nell'amministrazione della Fondazione Specchio dei tempi. Organizzata da Unitre Caluso, comune di San Giusto ed ex allievi salesiani sangiustesi l'iniziativa ha colto nel segno. Il tema dell'incontro, andato in scena nel pomeriggio del primo sabato di maggio, è stato l'inviato nei luoghi di guerra e delle emergenze sanitarie, con una platea partecipa ed interessata al salone Gioannini. 

«La nostra Fondazione è attenta alle povertà ed alla solidarietà - recitava un video di presentazione - , con la rubrica Specchio dei tempi che nasce fin dagli anni 70 e strumento di generosità dei lettori. Con un sostegno concreto a chi è in difficoltà che ha distribuito negli anni 166 milioni di euro fra anziani, malati, povertà, emergenza Covid e tanti progetti in Italia e nel mondo». Si è parlato del recente terremoto in Turchia, che ha coinvolto tanta popolazione fra morti, feriti e sfollati: «Stiamo lavorando ad Antiochia, con tendopoli - sottolinea il giornalista - , abbiamo affittato anche una discoteca in cemento armato, rimasta in piedi, con un solo piano, dove sfamiamo e diamo assistenza sanitaria a circa 700/800 persone, con un badget di 540.000 euro sulla Turchia che speriamo sia sufficiente per un'anno. Per ora non vi sono segnali di ricostruzione immediata da parte del governo e si prevedono fenomeni migratori interni. Abbiamo anche in previsione l'istituzione di una scuola: i bambini sono un'emergenza prioritaria, dando una boccata d'ossigeno alle famiglie, aiutandole a riprendere le attività ed una difficile ricostruzione per tornare alla normalità». 

Nel corso dell'evento Angelo Conti ha ricordato Ilaria Alpi e la Somalia: «Un giorno eravamo al mercato di Mogadiscio - ricorda Conti - , era il 1993: vi era una donna ferita, Ilaria la aiutò. La portammo per ricevere cure al campo. Eppure, parenti e locali ci attaccarono, tirandoci pietre addosso, dovettero intervenire quelli della Brigata sparando colpi in aria per allontanarli. Una realtà difficile, con cui convivere. In un paese oppresso da siccità, febbri emorragiche, conflitti, occorre buon senso per convivere. Salvando i loro figli, vi sono contatti formali anche con Governo e membri di Alkaida che ci lasciano lavorare». Ucraina, una guerra nel cuore dell'Europa: «Anche qui un conflitto con interessi fra le parti e motivi economici mondiali - sottolinea - . Un giorno, in una scuola di Torino, raccontavi ai ragazzi la situazione in Donbas: un ragazzino alzò la mano e dissentiva. Era originario del luogo e disse di non esser d'accordo con la mia analisi, dicendo che amava Putin. Vi sono proposte di pace, ma anche interessi sul proseguimento della guerra, a livello mondiale, per un'Europa debole, fra Cina, vendita armi ed interessi fra le parti. Occorre fermarsi a riflettere, cercare una soluzione, col rischio che Putin usi l'atomica in caso di trovarsi in situazione estrema». 

Tanti fronti negli anni: «La guerra nei Balcani - aggiunge Conti- , ma anche la guerra civile in Albania col lento e difficoltoso approccio alla democrazia. Ed il Kosovo, dove i serbi han cacciato croati ed albanesi, ed il Kuwait. Ma anche le emergenze, come lo tsunami, un'emergenza che ha coinvolto un fronte di 6.000/7.000 chilometri. Ho sempre cercato di muovermi facendo il mio lavoro, il giornalista non può restare lontano dai fronti, seppur questo era realtà fino al 1995/1997 (a secondo delle aree geografiche), poi cellulari e social hanno cambiato un po' le cose. C'è anche la figura del giornalista commentatore, da separare con l' inviato: va in albergo, segue le televisioni locali avendo una visione complessiva, invia i servizi. Lavoro che potrebbe benissimo fare anche dall'Italia». Inviato di guerra, Conti ha parlato anche delle testate giornalistiche, di network e free lance: «Coi mezzi di comunicazione attuali - conclude - le notizie sono in tempo reale. Certamente non è semplice individuare quelle veritiere dalle fake. Oggi c'è una pioggia nelle informazioni: se andiamo sui social ucraini c'è di tutto e di più, ad esempio. E tutto si sovrappone all' informazione giornalistica». Tante le domande dal pubblico, con due ore in compagnia del giornalista, omaggiato al termine dal sindaco Giosi Boggio con una copia del libro «San Giusto Canavese 'l Zerb». (foto e articolo di Stefano Toscana)