L’amore a 15 anni è puro, travolgente, assoluto, impetuoso. Ma questi sono tempi difficili e scuri, e quello che sembra amore sa trasformarsi in un incubo zeppo di violenze, fisiche a psicologiche. “Mia”, film diretto da Ivano De Matteo, regista di pellicole sempre graffianti come “Villetta con ospiti” e “Gli equilibristi”, ha scelto di portare sullo schermo quello che purtroppo sembra il resoconto di un fatto di cronaca.
È meglio dirlo subito: Mia è un film che fa male, dentro e fuori, mette rabbia e paura, perché racconta vicende reali, di quelle che si sentono al telegiornale la sera quasi giorno. È la storia dell’amore di una quindicenne che si affaccia alla vita piena di gioie e contraddizioni, com’è normale che sia in un periodo della vita fra i più belli e tormentati. Per Mia, interpretata dalla debuttante (e sorprendente) Greta Gasbarri, Marco è il primo amore, quello che dovrebbe essere più puro, sincero e ancora forse vicino alla favole di pochi anni prima, ma a quell’età i tipi più difficili, che conoscono la strada più della scuola, attirano molto di più dei coetanei perfettini, incapaci di ribellarsi alle regole di mammina.
Ma Marco è tutto, tranne che un principe azzurro: è il prototipo in costruzione di un uomo che sarà difficile e violento, che concepisce il rapporto come un atto di proprietà.
E Sergio, il padre di Mia, un tranquillo infermiere del 118, è prima geloso dell’unica figlia femmina, come solo i padri sanno essere, al contrario di sua mamma Valeria (Milena Mancini), convinta che siano cose da ragazzini, che iniziano e si chiudono con la stessa velocità. Ma non è così: finita in una relazione tossica da cui non sa come uscirne, Mia finisce per chiudersi sempre di più, evita di uscire e vedere perfino le amiche, la parte del suo mondo a cui era più legata.
Ed è qui, che la vicenda assume le pieghe peggiori e malefiche di questi anni, sfociando nello “stalking” e nel “revenge porn”, fenomeno in preoccupante aumento di condivisione pubblica di immagini private che equivalgono alla gogna.
Il risultato è una pellicola viscerale, di quelle che scartavetrano il cuore, in cui il ruolo del padre lentamente sovrasta le figure degli altri protagonisti, soprattutto quando capisce che solo lui, e non la giustizia, può vendicare i torti subiti dalla figlia.
Come accennato, a interpretare Mia è la debuttante Greta Gasbarri, classe 2006, studentessa al Liceo Virgilio di Roma con indirizzo linguistico. Come sempre a suo agio Edoardo Leo, capace di calarsi tanto nelle commedie leggere quanto a calarsi in ruoli difficili ed estremi, come questo. Valeria Mancini, oltre che attrice regista e coreografa, dà il giusto spessore ad una madre tramortita anche lei, come sua figlia, dalla devastante presenza del giovane Marco, interpretato da Riccardo Mandolini, uno degli attori della serie “Baby”, in grado di prestare il volto e gli sguardi di uno dei tanti figli delle tristi periferie romane, “dove vivere è un terno alla lotteria”, come cantava Renato Zero.
LA TRAMA
La storia di una famiglia semplice e a modo suo felice in cui entra di prepotenza un ragazzo, un manipolatore che stravolge e rende un incubo la vita di Mia, una quindicenne. Quando la ragazza, aiutata dal padre, riesce a uscire da quella spirale negativa, il ragazzo decide di distruggerla. Al padre non resta che la vendetta.
CAST TECNICO
Regia - Ivano De Matteo
Soggetto e sneggiatura - Ivano de Matteo, Valentina Ferlan
Fotografia - Giuseppe Maio
Suono - Mario Iaquone, Emanuele Giunta
Musiche - Francesco Cerasi
Scenografie - Sonia Peng
Costumi - Olivia Bellini
Trucco e acconciature - Marco e Daniela Altieri
Montaggio - Giuliana Sarli, Ivano De Matteo
Prodotto da - Lotus Production, Leone Film Group, con RAI Cinema
Distribuzione - 01 Distribution
Durata - 108'
PERSONAGGI E INTERPRETI
Mia - Greta Gasbarri
Sergio - Edoardo Leo
Valeria - Milena Mancini
Marco - Riccardo Mandolini
Anna - Alessia Manicastri
Veronica - Giorgia Faraoni
Piero - Giorgio Montarini
Valentina - Melinda De Matteo
Padre Marco - Vinicio Marchioni