Non esiste una via di mezzo: le “Crocs” si amano o si odiano dal profondo del cuore. Ma è indubbio che rappresentino un raro esempio di successo commerciale malgrado la vittoria del 2010 del titolo di “scarpa più brutta del pianeta” secondo “Time Magazine”, seguita dell’universale elezione a simbolo assoluto del cattivo gusto imperante. A dimostrare che sono brutte ma piacciono centinaia di foto di “celebrities” che circolano in rete, tutte rigorosamente riprese per strada, nella loro vita privata, quando smessi tacchi e nude look poggiano i piedini sugli zoccoli in plastica categoria inguardabili.
Dopo la rinascita iniziata negli anni della pandemia, quando il mondo è stato costretto a ripiegare sul “confort wear”, le Crocs sono salite sulle passerelle con “Balenciaga” mostrando un’inedita zeppa, seguite da un modello altrettanto difficile da digerire con tacco a stiletto firmato “Demna Gvasalia”. E ora, come certificato dal “New York Times”, sono pronte per l’ennesima provocazione che sta già facendo rumore: le “Crocs Cowboy Boots”. In pratica, l’improbabile incontro tra la ciabatta e l’epopea del selvaggio West.
A prima vista, trattasi di quegli stivali texani che ogni inverno, regolarmente, tornano nelle vetrine, ma guardando con attenzione si nota la tipica punta arrotondata delle Crocs, con tanto di buchi laterali per garantire l’aerazione. Il resto della plastica è declinato in una texture che ricorda la pelle di coccodrillo con tanto di cinghie, decorazioni, stelle, stelline perfino uno sperone rotante.
“Le Crocs Cowboy Boots nascono quasi per scherzo da un meme venuto fuori durante una riunione operativa – ha raccontato al NY Times Heidi Cooley, capo dell’ufficio marketing – eravamo alla ricerca di un’idea per celebrare il “Croctober”, mese importante per l’azienda, e quello che era nato come uno sfottò grafico di qualcuno, nel giro di 10 minuti si è trasformato nel nostro nuovo prodotto per l’inverno 2023/23”. Per chi fosse interessato, le Crocs western style arriveranno nei negozi il prossimo 23 ottobre ad un prezzo di 120 dollari (circa 115 euro).
Nel 2002, quando la neonata “Crocs”, azienda di Boulder, Colorado, debutta sul mercato con degli zoccoli in plastica leggera, nessuno credeva che sarebbero diventati un successo globale che non conosce confini. Tutto era nato da una scommessa di tre amici, Lyndon Hanson, Scott Sermans e George Boedecker, che avevano in mente più che altro delle calzature in plastica destinate alle gite in barca, la loro passione.
Quando il mondo le scopre e se ne innamora – in Italia sono arrivate nel 2007 – il mercato si satura in fretta grazie ad una slavina di imitazioni che malgrado centinaia di cause legali per contraffazione, costano all’azienda quasi 200 milioni di dollari e una crisi profonda che sfiora la chiusura.
La rinascita inizia nel 2018, quando il mondo della moda si ricorda delle sgraziate ciabattone in plastica morbida: oggi, le vendite sono aumentate del 200% rispetto al 2019.