Il faro di Horacio Pagani, classe 1955 da Casilda, Santa Fe, nel cuore delle pampas argentine, è di quelli alti, altissimi: Leonardo Da Vinci. “Teorizzava che l’arte e la scienza possono camminare mano nella mano. Ho sentito questa frase a 15 anni e ne sono rimasto folgorato. È un principio che ho sempre condiviso con il mio team di lavoro e in piccolo cerchiamo di fare questo”.
Anni dopo, nel 1982, il destino lo porterà in Italia, paese d’origine dei nonni, alla corte del Toro Rampante, la Lamborghini. Inizia dal basso come operaio, ma cresce fino ad entrare nei team che stanno realizzando la “LM” e la “Countach”. Intuendo il futuro nel 1988 fonda la “Pagani Composite Research”, dove studia come utilizzare kevlar e carbonio, mettendo la propria impronta nella nascita di modelli iconici come la “Diablo”.
Grande ammiratore di Juan Manuel Fangio, Pagani nutriva da sempre un sogno: creare una propria Gran Turismo. Nel 1988, i primi disegni preparatori della “Fangio F1” fanno capire che il sogno sta per prendere forma. Ma serve ancora tempo per arrivare al 1998, quando il modello viene presentato ufficialmente: si chiama “Zonda”, come un vento che in Argentina soffia d’inverno: realizzata a mano, con telaio e scossa in fibra di carbonio, mentre a spingerla fino a 330 km/h ci pensa un monumentale V12 Mercedes-Benz M120 da 6 litri e 394 CV.
Da allora sono passati 25 anni, e Pagani è ormai un nome di tutto rispetto nella libreria dei nomi di chi crea hypercar da sogno. Un quarto di secolo che il marchio di San Cesario sul Panaro, nel modenese, ha deciso di celebrare facendo tappa anche al “Mauto” di Torino, che dal 5 dicembre scorso al 14 gennaio ospita la mostra “25 anni di Cuore, Mani e Passione”.
Una rassegna che ripercorre l’avventura di Horacio Pagani, iniziata in Argentina e proseguita nel cuore della “Motor Valley” italiana, patria dei più leggendari sogni su ruote del mondo. Protagonisti della mostra sono i modelli che rappresentano le pietre miliari della storia di Pagani Automobili fino a oggi: “Zonda”, “Huayra” e “Utopia”, ognuna accompagnata da un espositore che racconta l’evoluzione della storica partnership con Pirelli. A fare da cornice a queste Hypercar alcune suggestive immagini del libro fotografico Cuore, mani e passione realizzato per l’anniversario.
“Il nostro è un metodo di lavoro particolare: coltiviamo il dubbio anche su ciò che consideriamo acquisito, siamo pronti a mettere in discussione le nostre scelte, senza timore di cambiare prospettiva. È così che maturiamo, acquisiamo e trasmettiamo conoscenza. Cerchiamo di vivere la passione per la bellezza, la qualità e la disciplina, con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Il nostro desiderio è realizzare Hypercar su misura, così che ogni cliente possa sentirsi a casa quando entra in una Pagani, che possa riconoscere l’automobile come fosse una propria estensione, che possa rivedere se stesso nella vettura che ha contribuito a creare”.
Le tre icone firmate Pagani
La “Zonda C12” è la capostipite della storia di Pagani Automobili. Debutta il 9 marzo 1999 al Salone di Ginevra ed è accolta come un elemento di rottura nel panorama automobilistico dell’epoca, tanto da meritarsi un termine che fino ad allora non esisteva: “Hypercar”.
Una vettura considerata avanguardistica e rivoluzionaria, tanto per il design quanto per i contenuti tecnologici. La Zonda è stata realizzata in 140 esemplari, ognuno creato come un abito sartoriale per un cliente diverso. L’estrema esclusività ha permesso a questi modelli di aumentare notevolmente il valore di acquisto iniziale, rivelandosi ottimi investimenti.
In esposizione lo pneumatico “Pirelli P ZeroTM Corsa HP”, sviluppato per valorizzare le prestazioni elevate della Pagani Zonda HP Barchetta nella guida sportiva, offrendo anche comfort a bordo. Il P ZeroTM Corsa attinge materiali e innovazioni derivate dall’esperienza di Pirelli nel motorsport.
Sotto i riflettori anche la “Huayra Coupé”, il secondo modello della casa di San Cesario, nato 12 anni dopo la Zonda. Alla base del progetto, che ha richiesto otto anni di sviluppo e sperimentazione, vi è l’eterno elemento dell’aria, in tutte le sue forme: il vento, in particolare, diventa determinante per la definizione del concept e dello stile della Hypercar.
Con Huayra debutta il primo sistema di Aerodinamica Attiva di tutti i tempi, con i quattro flap che si alzano o abbassano in funzione della velocità. Inoltre, Huayra è dotata di un telaio realizzato con l’innovativo Carbo-Titanium, composto da fibre di carbonio intrecciate con tessuto di titanio che risulta in un materiale ancora più resistente. Erede della Zonda, sebbene completamente diversa per forma, dimensioni, dinamica e tecnologia, Huayra si è aggiudicata nel tempo numerosi riconoscimenti.
In esposizione anche lo pneumatico “Pirelli P ZeroTM Trofeo R”, un semi-slick ma omologato per l’uso stradale. La versione sviluppata per la Huayra ha lo scopo di esaltare le qualità della Hypercar grazie a un’impronta a terra capace di offrire la necessaria resistenza per sostenere il carico aerodinamico imposto dalla vettura. Risultati confermati dal record ottenuto sul leggendario circuito di Spa-Francorchamps.
Infine, il terzo atto di questa storia leggendaria: il modello di stile della nuova “Utopia”, l’ultima nata dall’Atelier Pagani. Una vettura dal design semplice e senza tempo, che racconta un’idea automobilistica visionaria e in controtendenza. L’ispirazione è il più puro principio leonardesco di Arte e Scienza, che mira alla realizzazione di un oggetto che unisca la più raffinata piacevolezza estetica alla più sofisticata tecnologia. Prodotta in soli 99 esemplari, la prima serie di Utopia Coupé è già stata assegnata ad una ristretta cerchia di appassionati.
In esposizione lo pneumatico Pirelli P ZeroTM Trofeo RS, la più recente evoluzione del semi-slick, scelto come equipaggiamento opzionale per la Utopia. È stato progettato per un’esperienza di guida sportiva su strada e in pista, e grazie a una particolare mescola battistrada consente di ottenere elevate performance su asfalto asciutto.
Mostra fotografica “Cuore, Mani e Passione”
Horacio Pagani non ha solo sognato e costruito Hypercar tra le più amate al mondo, ma ha fatto dell’azienda un Atelier creativo in cui una comunità di persone si riconosce, condivide pensieri, affronta le grandi complicazioni della meccanica, maneggia la bellezza e si lascia guidare dall’ispirazione.
È proprio il trittico di ‘cuore, mani e passione’ a unire una serie di scatti fotografici suggestivi che illustrano al meglio un ecosistema creativo fatto di persone che uniscono ingegno e manualità per esaudire i sogni di chi desidera un’automobile su misura.
I componenti in fibra di carbonio e Carbo-Titanium esposti al MAUTO mostrano uno dei tratti distintivi delle creazioni di Pagani Automobili. Horacio è stato un vero pioniere nel settore dei materiali compositi, esplorati fin dagli anni Ottanta in Lamborghini.
Il risultato degli anni di ricerche e sperimentazioni ha portato la Pagani Automobili a creare tessuti innovativi in fibra di carbonio, con caratteristiche meccaniche costantemente migliorate e sempre più esteticamente piacevoli, grazie al particolare disegno della trama. Gli ultimi sviluppi hanno condotto alla creazione del Carbo-Titanium HP62-G2 e del Carbo-Triax HP62, che assicurano leggerezza e resistenza.
I processi di produzione della fibra di carbonio incarnano la definizione di “Atelier” per lo stabilimento delle Hypercar Pagani: l'estrema personalizzazione, la precisione rigorosa e la raffinata competenza artigianale rendono questo luogo più simile a una sartoria che a una fabbrica.