Nasce da un’iniziativa della Città di Torino e dell’Assessorato alla Cultura il concerto – già sold- out – che venerdì 26 gennaio, alle 20.30 all’Auditorium Giovanni Agnelli, vede protagonisti il Maestro Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra. Un evento straordinario di grande prestigio che unisce per la prima volta Fondazione per la Cultura Torino, Lingotto Musica e Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e promuove due fra le maggiori manifestazioni musicali torinesi: il festival MITO SettembreMusica e la rassegna dei Concerti del Lingotto.
L’evento, coprodotto da Fondazione per la Cultura Torino e Lingotto Musica, contribuirà a sostenere le attività dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, una delle eccellenze italiane e punto di riferimento internazionale nel campo della ricerca e cura oncologica. Grazie al sostegno dei donatori, oggi l’Istituto è interessato da un importante piano di sviluppo finalizzato alla realizzazione di nuovi spazi a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, dei pazienti e delle persone a loro vicine.
Quella di Torino è la prima data del tour italiano che il 27 gennaio toccherà anche il Teatro alla Scala di Milano e il 28 il Teatro dell’Opera di Roma. La serata segna il ritorno dopo molti anni a Torino della Chicago Symphony Orchestra sotto la guida di uno dei direttori più amati e celebrati del nostro tempo. “Nell’anno in cui dirigerò a Torino “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi – dice il Maestro Muti – sono felice di riportare la grande Orchestra di Chicago in questa città che ho imparato ad amare e ad ammirare”.
Il Maestro, che lo scorso giugno ha concluso il suo mandato da decimo Direttore musicale della blasonata compagine americana dopo 13 anni, è stato nominato Direttore musicale emerito a vita nel settembre 2023, titolo mai assegnato prima nella storia della CSO.
Legata a doppio filo alla cultura e alla musica mitteleuropea – tedesco di nascita era il suo fondatore Theodore Thomas che creò l’Orchestra nel 1891 –, la Chicago Symphony Orchestra è stata guidata in oltre un secolo di storia da direttori come Fritz Reiner, Sir Georg Solti e Daniel Barenboim, Pierre Boulez, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado ne hanno inoltre ricoperto la carica di direttori ospiti principali. Con un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, si esibisce in più di 150 concerti l’anno presso il Symphony Center di Chicago e la sede estiva del Ravinia Festival, mentre le incisioni discografiche hanno ottenuto 64 Grammy Awards. La compagine possiede anche una lunga tradizione di tournée internazionali: sono ben 63 quelle effettuate dal 1892 in 29 Paesi nel mondo.
“C’è un legame profondo tra la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro e i grandi eventi musicali – sottolinea il Presidente Allegra Agnelli – mi piace ricordare, tra i grandi artisti che ci hanno sostenuto, Pavarotti, Giulini, Mehta, Rostropovic, Dalla, Morandi, Ramazzotti, Ligabue e tanti altri che hanno scelto di essere concretamente al fianco della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Sono contenta che questo evento speciale cada nei giorni in cui inauguriamo nuovi laboratori e nuovi spazi per la ricerca all’Istituto di Candiolo – IRCCS. Grazie a tutti i partner e le Istituzioni per aver scelto di essere ancora una volta con noi”.
Il programma impaginato dal Maestro Muti per la tappa torinese della Chicago Symphony Orchestra è un florilegio mediterraneo affidato alla Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90 di Felix Mendelssohn, detta “Italiana” perché ispirata dall’esuberanza di colori e di vita che l’animo dell’artista riportò dal soggiorno in Italia durato dal 1830 al 1832, e alla fantasia sinfonica Aus Italien op. 16 che il ventiduenne Richard Strauss compose nel 1886 per rievocare le impressioni riportate dal suo primo viaggio nel Bel Paese. Apre la serata la prima esecuzione italiana di “The Triumph of the Octagon” di Philip Glass, commissionato nel 2023 dalla Chicago Symphony. Dedicato alla pianta ottagonale della famosa fortezza federiciana di Castel del Monte in Puglia, il nuovo lavoro del grande compositore minimalista è un omaggio al Maestro Muti e alla sua terra d’origine. “Il mistero che avvolge questo antico maniero e l’unicità delle sue forme geometriche sono stati formidabili catalizzatori – afferma Philip Glass – anche se ho scritto musica su persone, luoghi, eventi e culture, non ricordo di aver mai composto un pezzo su un edificio storico. Era chiaro che non stavo scrivendo un brano su Castel del Monte ma sulle suggestioni simboliche che offre un luogo così enigmatico”.
Precede il concerto, alle 18.30 in Sala Berlino, la conferenza introduttiva a cura del musicologo e critico musicale Paolo Gallarati.