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Non c’era palcoscenico migliore della “Monterey Car Week” per far debuttare la “Temerario”, nuovo sogno su ruote griffato Lamborghini. L’habitat ideale di un modello destinato ad entrare nelle tante collezioni nascoste in quel lembo di California dove i motori sono un credo e un investimento insieme.

Terzo modello della casa di Sant’Agata Bolognese svelato in meno di un anno, la Temerario nasce come erede diretta della Huracán e completa la line-up elettrica del marchio con un ibrido plug-in che si aggiunge a quelli già visti sulla “Revuelto” e sul Suv “Urus”. In pratica una front row di modelli di lusso declinati sull’elettrico.

Per accompagnare l’arrivo del nuovo mostro con il Toro rampante è stata creata una nuova architettura space-frame in lega leggera e alluminio ad alta rigidità torsionale, necessaria per dare tutta la sicurezza necessaria al V8 turbo da 4 litri con 800 CV e 730 Nm di coppia, che in aggiunta ai tre powertrain elettrici porta i CV a quota 920 e spinge fino a toccare i 343 km/h di velocità massima, con 2,7 secondi necessari per partire da fermi e toccare i 100 km/h. Il primo dei motori elettrici trova posto tra il motore e benzina e il cambio a otto marce a doppia frizione, mentre gli altri due alloggiano sull’avantreno ed entrano in azione quando serve la modalità integrale.

Cinque le possibili configurazioni di marcia (Città, Strada, Sport, Corsa e Corsa Esc Off, più il Launch Control), di cui alcune dotate di modalità “Recharge” per rifornire la batteria al litio in marcia.

Per Stephan Winkelmann, presidente e Ceo di Automobili Lamborghini, “la Temerario è una vera fuoriclasse. Ogni nuova Lamborghini deve superare la precedente in performance e allo stesso tempo essere più sostenibile dal punto di vista delle emissioni. Con Temerario completiamo un capitolo fondamentale della nostra strategia di elettrificazione, diventando anche il primo marchio luxury nell’automotive a lanciare sul mercato una gamma completamente elettrificata”.

La linea mescola da un lato un evidente richiamo alla tradizione delle hypersportive che a Sant’Agata Bolognese si susseguono da più di 60 anni, e dall’altro mette in mostra una purezza e un minimalismo dello stile che disegna il futuro muscolare del marchio.

I dettagli stilistici esterni tornano nell’abitacolo, dalle bocchette d’aerazione integrate nella plancia, al design dei display, di cui uno da 9,1 pollici destinato al copilota, mentre a chi guida il pilota spetta il cruscotto digitale da 12,3”. Al centro il display verticale da 8,4” che fa da centro di controllo e dispensatore di informazioni.