Alla Venaria Reale, dimora di caccia e divertissement di casa Savoia, è arrivato il momento di festeggiare Sant’Uberto, primo vescovo di Liegi, protettore di “uomini e animali dalla rabbia silvestre” e patrono dei cacciatori. La Festa, scandita dal suono dei corni da caccia dell’Equipaggio della Regia Venaria, dell’Accademia di Sant’Uberto, è in programma domenica 3 novembre, nel giorno di Sant’Uberto.
Quest’anno la Festa ha un particolare rilievo: ricorre il 30esimo anniversario della ripresa della Celebrazione della “Sant’Uberto” alla Reggia di Venaria. L’11 maggio del 1995 la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte aveva organizzato in Reggia il convegno “Memoria e Futuro”, mirato al recupero della residenza, un dibattito sulla destinazione d’uso futura, accompagnato da eventi musicali e legati all’identità del luogo. Parteciparono anche alcuni rappresentanti di un gruppo che nel 1996 avrebbe fondato l’Associazione Percorsi, oggi Accademia di Sant’Uberto – Percorsi 1996, che lasciarono quattro contributi agli atti del Convegno, già indicativi del lavoro futuro: il loisir di corte tra passato e attualità, il cavallo, le cacce reali e la musica dei corni da caccia. Lo stesso gruppo contribuì al convegno anche con la proposta di celebrare la prima messa di Sant’Uberto nell’omonima cappella, dopo anni di silenzio.
La messa, celebrata da Mons. Franco Peradotto, rettore del Santuario della Consolata, fu accompagnata dai giovani suonatori francesi di Les Trompes de Bonne, dell’Alta Savoia, chiamati per l’occasione dal gruppo promotore che nel 1996 avrebbe ricreato l’Equipaggio della Regia Venaria di suonatori di corno da caccia. Questo primo nucleo della futura Accademia quel giorno organizzò anche un momento di esibizione presso la Corte d’Onore della Reggia, grazie alla generosa partecipazione della Società Milanese per la Caccia a cavallo, con la propria muta di segugi.
La ripresa dell’arte musicale e della festa-cerimonia per Sant’Uberto avrebbe portato al riconoscimento internazionale UNESCO del 2020 dell’arte musicale dei suonatori di corno da caccia come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità di Francia, Belgio, Italia e Lussemburgo, dove l’Italia è rappresentata dall’Equipaggio della Regia Venaria, sulla base della Convenzione UNESCO 2003 relativa al Patrimonio Culturale Immateriale.
Passione, studi e ricerche, progettazione di eventi, consentirono, dal 1995, di gettare le basi per la ripresa di una pratica musicale e di una cerimonia che rappresentano l’identità della Reggia e della città di Venaria Reale, di altre residenze sabaude, come Stupinigi, e di altre ancora in diversi paesi d’Europa.
Il programma del 3 novembre
Alle 10.30: fanfare sul sagrato della Cappella di Sant’Uberto della Venaria.
Alle 10.45, la messa nella Cappella di Sant’Uberto, con accompagnamento musicale di corni da caccia, trombe e timpani della Reale Scuderia e organo. Con l’Equipaggio della Regia Venaria sarà presente quello di Les Trompes de Bonne. La cerimonia, di diffusione europea, nasce in età medioevale e un tempo fu anche denominata missa canum, messa dei cani, per l’uso di benedire cani e loro padroni alla fine della funzione. La tradizione è ancora oggi mantenuta. L’uso di accompagnare momenti della messa con musica, in particolare i corni da caccia, è documentato dal XVIII secolo. Alla celebrazione sarà presente la Società Torinese per la Caccia a Cavallo.
Alle 11.30 un omaggio musicale a Sant’Uberto con equipaggi di corno da caccia, trombe e timpani della Reale Scuderia e organo.
Nel corso degli studi e del convegno del 2020 (atti pubblicati nel 2023) l’Accademia di Sant’Uberto ha riscoperto un corno originale sabaudo (seconda metà 700), del tipo “Dauphine” ad ampio cerchio, rappresentato nelle tele di Vittorio Amedeo Cignaroli a Stupinigi. Di questo strumento ne sono state fatte due copie, impiegate anche in concerti barocchi. È uno dei pochissimi corni originali di età barocca italiani superstiti, per lo più fusi nel corso del secondo conflitto mondiale. Nel ciclo pittorico di Jan Miel della Venaria abbiamo invece la prima rappresentazione al mondo di “corno circolare” (1659-1661), come emerso nel corso del Convegno organizzato dall’Accademia di Sant’Uberto nel 2020 in Reggia: Musica a corte. Il corno da caccia tra Piemonte ed Europa (secc. XVI-XIX).
La festa e le reliquie
La ripresa della festa di Sant’Uberto nel 1995 e poi ufficialmente dal 1996, menzionata da Amedeo di Castellamonte (1674) e nel Theatrum Sabaudiae (1682), è stata concordata dal 1996 con la Reggia, la città di Venaria Reale e la Curia Metropolitana, non solo per promuovere il restauro della Residenza, anche attraverso la musica rappresentativa dello “spirito del luogo”, ma per ritrovare poi un comune spirito di partecipazione attuale.
Le reliquie di Sant’Uberto Martire, dono di papa Clemente IX a Carlo Emanuele II per la Venaria Reale, si trovavano dal 1669 nella cappella della Reggia. Per espresso volere del Pontefice, l’edificio religioso che le ospitava doveva essere accessibile non solo dall’interno del palazzo, ma da tutti i fedeli, per rendere possibile la venerazione anche a chi non appartenesse alla corte; una possibile motivazione dell’apertura della chiesa di corte della Venaria verso la piazza, non solo cappella riservata alla corte, interna al palazzo. Cessata la funzione di residenza reale della Venaria, dal 1819 la reliquia è conservata a Stupinigi, nella chiesa della Visitazione di Maria Vergine, sulla piazza della palazzina, per volontà di Vittorio Emanuele I. La ripresa della cerimonia ha inteso conservare questo spirito di condivisione tra Reggia e borgo di Venaria Reale.