Dopo Chiara Gamberale, lo scrittore Andrea De Carlo è il protagonista del secondo appuntamento di “Prendersi cura”, nuovo progetto del Salone Internazionale del Libro di Torino e reso possibile dalla collaborazione con Esselunga, che dal 2021 sostiene la manifestazione.
Venerdì 14 marzo alle ore 18.30 l’autore presenterà al pubblico il suo nuovo libro, La geografia del danno (La Nave di Teseo), nei locali aulici di Sala Gonin di Torino Porta Nuova, a Torino, vicino al negozio Esselunga di Via Sacchi. L’incontro sarà introdotto da Marco Pautasso, Segretario generale del Salone Internazionale del Libro. A fine intervento è previsto il firmacopie.
“Prendersi cura” si sviluppa attraverso incontri con scrittrici, scrittori e personalità del mondo culturale contemporaneo apprezzati dal grande pubblico. “Diamo spazio all’ascolto” è il claim che accompagna gli incontri.
Ogni anno il tema della cura sarà declinato sotto la luce di un aspetto, una tematica, un focus, aggiornati al contesto e ai cambiamenti sociali, con appuntamenti tra l’autunno e la primavera nei negozi Esselunga o in spazi pubblici vicini, e uno al Salone Internazionale del Libro di Torino. Un progetto che si apre al territorio, per portare momenti di riflessione e condivisione tra la comunità, in punti non prettamente sedi di eventi culturali, ma spazi di aggregazione, come lo sono i supermercati.
Quest’anno “Prendersi cura” si concentra sulla famiglia: le relazioni e la parità di genere, la cura del nucleo dal quale veniamo e al quale tendiamo. Voci del presente cercheranno di mettere a fuoco le nuove strutture e anche i nuovi tormenti famigliari e sociali.
E proprio Andrea De Carlo parlerà di famiglia, con una storia vera, anche se romanzata, che viaggia attraverso il tempo, per cercare di indagare i riflessi che le vite dei nostri antenati hanno su di noi e quanto e come chi ci ha preceduti determini in parte chi siamo oggi.
La geografia del danno è la storia di un segreto di famiglia che ne contiene altri, di una traversata oceanica dall’Italia al Cile in cerca di fortuna, di un’emigrazione dalla Sicilia alla Tunisia per le stesse ragioni. È la storia di una ragazza cilena che arriva a Genova all’alba della Prima guerra mondiale e di un giovane ingegnere navale che perde la testa per un’attrice di teatro, ma anche di una compagnia di commedianti sudamericani che cela talenti straordinari e di una coltellata che sfigura un uomo e distrugge una famiglia. Andrea De Carlo parte da una rivelazione che lo ha turbato, per inoltrarsi in un’indagine che lo porta ai primi decenni del secolo scorso e successivamente ancora più indietro, alla fine dell’Ottocento. Poco alla volta, grazie a vecchie fotografie ritrovate, scritti, incontri e un lavoro di osservazione e deduzione, l’autore ricostruisce le vicende avventurose e drammatiche della sua famiglia.
“La cura è costituzionalmente una relazione: tra chi è nel bisogno e chi se ne occupa. Prendersi cura degli altri ed essere curati, in diverse fasi della nostra vita, è una delle esperienze emotive centrali della nostra esistenza. Prendersi cura vuol dire molte cose: curare gli altri, se stessi, lo spazio in cui viviamo e quello che condividiamo, la natura, i mondi più o meno vicini con i quali interagiamo. La famiglia è il primo luogo in cui l’azione della cura si manifesta, o perlomeno così dovrebbe essere, quello in cui impariamo quali sono le nostre prime responsabilità e cosa fare per formarci come persone in relazione con il mondo esterno”, conclude Annalena Benini.