Una decina di giorni di assoluto relax, e per di più pagati. Nemmeno nei sogni più arditi di Paperino, scansafatiche per eccellenza, una simile proposta si è mai vista.
Invece è tutto vero: l’Agenzia Spaziale Europea “ESA”, ha arruolato volontari per un esperimento che rientra nella terza fase dello studio “Vivaldi”, che prevede 10 giorni di immersione a secco con lo scopo di ricreare gli effetti del volo spaziale sul corpo umano. Detto in altro modo: dieci giorni in cui ai partecipanti è richiesto unicamente di rimanere sdraiati su un letto inclinato, posizione in cui devono mangiare, bere e imparare a gestire i bisogni fisiologici senza la possibilità di una pausa per alzarsi in piedi. Uno “sforzo” pagato 5.000 euro.
L’esperimento, che ha come scenario il “Medes” (Institute for Space Medicine and Physiology), una clinica di Tolosa specializzata in medicina e fisiologia dello spazio, simula gli effetti sull’organismo che gli astronauti provano a bordo della “ISS”, la Stazione Spaziale Internazionale. L’immersione a secco, in particolare, è in grado di riprodurre nel modo oggi più affidabile possibile l’assenza di gravità, mentre il letto inclinato di 6° simula gli spostamenti di fluidi e l’inattività a cui sono costretti gli astronauti.
I partecipanti sono immersi per cinque giorni nella vasca fino al busto, con braccia e testa fuori dall’acqua, coperti da un tessuto impermeabile che li mantiene asciutti e soprattutto sospesi nell’acqua. I cinque giorni successivi sono invece necessari per raccogliere i dati su metabolismo, circolazione e muscolatura, oltre ai parametri cardiovascolari, ossei, neurologici e oftalmologici.
Un esperimento che si è reso necessario dopo diversi studi in materia, il primo realizzato dall’Università di Calgary che ha appurato una forte dispersione di massa ossea degli astronauti nel corso di missioni spaziali particolarmente prolungate, da contrastare con periodi di riabilitazione al ritorno sulla Terra. Il secondo invece, messo a punto da un team della “Icahn School of Medicine at Mount Sinai” di New York, ha rilevato mutazioni nel sangue e sintomi di malattie renali e cardiache degli astronauti.
Dopo le prime due fasi, in cui erano state selezionate prima solo donne e di seguito uomini per un totale di cinque giorni, la Vivaldi III si è spinta oltre, coinvolgendo giovani uomini tra 20 e 40 anni, con altezza compresa tra 1,65 m e 1,80 m e indice di massa corporea BMI tra 20 e 26.
“Colmare il divario tra i voli spaziali e la ricerca a terra è essenziale per l'esplorazione spaziale umana. Le nostre scoperte hanno implicazioni significative per la medicina, in particolare nelle condizioni legate all'invecchiamento”, ha spiegato il dottor Marc-Antoine Custaud dell'Università di Angers, responsabile del programma di immersioni a secco dell’ESA.