La vita spettinata e complessa di Goliarda Sapienza, scrittrice e anche attrice, scorre lungo la trama come una sorta di nota a margine, perché nelle intenzioni di Mario Martone, regista di “Fuori”, non c’era l’idea di un film biografico ma una riflessione sulla libertà, bene troppo spesso sottovalutato, sull’arte della vita e sul valore dell’amicizia, specie quella che si crea quando il destino porta dritto verso tutti i baratri possibili.
Ma Goliarda Sapienza viene fuori lo stesso, perché era una donna dalla personalità poliedrica e complicata, autrice di “L’arte della gioia”, un romanzo rifiutato da tutti che per ironia della sorte sarebbe diventato un successo editoriale solo dopo la sua morte, nell’agosto del 1996 a Gaeta.
Figlia di una sindacalista e di un avvocato, una coppia di atei e sovversivi in seconde nozze già carichi di figli nati dalle precedenti relazioni, per Goliarda scelgono l’esonero totale dai vincoli sociali: non frequenta le scuole ma si iscrive all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma. Lavora in teatro e saltuariamente per il cinema, almeno fino all’incontro con Citto Maselli, con cui ha una lunga relazione. Ma ad attirarla, più di ogni altra attività, è la scrittura: debutta nel 1967 con “Lettera aperta”, seguito due anni dopo da “Il filo di mezzogiorno” in cui racconta in complicato percorso di terapia psicanalitica a cui si è sottoposta a causa della morte della madre, nel ’53, che la trascina in un momento di grande crisi culminato ad un tentativo di suicidio, al ricovero e alla terribile esperienza dell’elettroshock. Finché alla metà degli anni ‘60 smette la psicoanalisi e attraverso la scrittura inizia il proprio ritorno alla vita. Da questo momento l’esistenza di Goliarda si concentra sulla scrittura fino alla stesura del suo grande romanzo, L’arte della gioia.
Nel 1980 finisce per la prima volta in carcere per il furto di alcuni gioielli di una sua amica rivenduti al banco dei pegni. Ma torna dietro le sbarre altre volte, trovando tempo e ispirazione per scrivere “Lettere da Rebibbia” e “Le certezze del dubbio”, ma più che altro scopre quanto sia più facile essere accettata dalle detenute che dall’intellighenzia italiana.
“Fuori”, unico film italiano in concorso al Festival di Cannes, è ambientato proprio nei giorni della prima reclusione di Goliarda Sapienza: la firma stilistica di Martone dipinge con efficacia Goliarda, Roberta e Barbara, tre amiche tornate in libertà e sempre di più rivoluzionarie e anarchiche, ma soprattutto fragili e vulnerabili.
A dare volto a Goliarda Sapienza, oggi considerata una delle voci più incisive del Novecento, è Valeria Golino, come sempre efficace e intensa nel dare voce alle donne che interpreta sullo schermo. Accanto a lei Matilda De Angelis nel ruolo di Roberta e la cantante Elodie in quello di Barbara. La prima è una donna finita in galera per sospetti legami con il terrorismo, la seconda invece si tormenta fino a tentare il suicidio, perché non le riesce di vivere lontana dal suo uomo. Intorno a loro un’umanità varia fatta di donne che tentano di resistere: sono ladre, tossicodipendenti, vittime di abusi e violenze, spesso madri che si struggono pensando alle loro creature in balia del mondo. Ne viene fuori un universo parallelo fatto di storie, di rabbie e pentimenti, di sentimenti forti e destini segnati, diventati una pellicola che Mario Martone e Ippolita Di Majo definiscono un “road movie dell’anima”.
“L’estate di due amiche che si sono incontrate in carcere e il loro lasciarsi andare felicemente alla deriva, questo è il soggetto di Fuori, tutt’altro che un biopic su Goliarda Sapienza. È tratto da due suoi libri in cui lei mescola verità e immaginazione, e ho fatto lo stesso anch’io. Ho girato nella sua vera casa, nel carcere romano di Rebibbia con le detenute, ho rievocato la Roma del 1980 senza ricostruzioni, scavando con la macchina da presa nella città di oggi. Fuori mi ha permesso di muovermi senza costrizioni, di lavorare su lunghe sequenze che non dovevano per forza approdare a qualcosa di concluso. Di lasciarmi andare alla deriva anch’io, portato dal vento di Goliarda Sapienza e delle donne protagoniste di questo film, Ippolita di Majo che l’ha scritto con me, Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie”.
LA SINOSSI
Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli, ma l'incontro con alcune giovani detenute si rivela un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, riesce a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.
CAST TECNICO
Regia – Mario Martone
Soggetto – Ippolita Di Majo
Sceneggiatura – Mario Martone, Ippolita Di Majo, liberamente tratta da “L’università di Rebibbia” e “Le certezze del dubbio”, di Goliarda Sapienza.
Fotografia – Paolo Carnera c.c.s.
Musiche originali – Valerio Vigliar
Montaggio – Jacopo Quadri
Scenografia – Carmine Guarino
Costumi – Loredana Buscemi
Suono in presa diretta – Maricetta Lombardo
Produttori esecutivi – Giorgio Magliulo, Gennaro Formisano
Produttore associato – Stefano D’Avella
Prodotto da – Nicola Giuliano, Francesca Cina, Carlotta Calori, Viola Prestieri, Annamaria Morelli
Coprodotto da – Toufik Ayadi, Christophe Barral, Jean Labadie, Alice Labadie
Produzione – Indigo Film con RAI Cinema e The Apartment (gruppo Freemantle)
Coprodotto da – Srab Films, Le Pacte Production
In collaborazione con – Freemantle
Con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo del Ministero della Cultura Regione Lazio, Lazio Cinema International
Distribuzione – 01 Distribution
Vendite internazionali – Goodfellas
Durata – 1h. 55 min.
CAST ARTISTICO
Valeria Golino – Goliarda Sapienza
Matilda De Angelis – Roberta
Elodie – barbara
Corrado Fortuna – Angelo
Antonio Gerardi – Albert
Carolina Rosi – l’amica derubata
Francesco Gheghi – cameriere
Daphne Scoccia – “James Dean”
Francesco Siciliano – Editore
Sonia Zhou – Suzie Wong
Ondina Quadri – guardia
Paola Pace – Pizzi
Luisa De Santis – trasteverina