C’è sangue italiano a scorrere nelle vene di Steven Victor Tallarico, nome d’arte di Steven Tyler, frontman degli “Aerosmith”, la band hard rock che gli ha dato fama e fortuna, arrivata al giro di valzer del solito tour di addio che questa volta, al contrario di molti altri, non ci sarà.
Il problema è proprio Steven, che accusa da tempo danni alle corde vocali e alla laringe per cui non esistono farmaci, interventi o cure: solo fermarsi e appendere il microfono al chiodo dopo 50 anni di carriera, 32 album venduti in 150 milioni di copie e un cachet che si aggira sul milione di dollari a concerto.
Le avvisaglie c’erano già state nel 2019, quando gli Aerosmith erano stati costretti ad annullare alcune date di “Aero-Vederci Baby”, l’infinito tour di addio che avrebbe dovuto prolungare il momento della pensione, seguito dal “Peace Out: The Farewell Tour”, con partenza prevista il prossimo 20 settembre da Pittsburgh e date fra Stati Uniti e Canada già fissate fino al 25 febbraio del prossimo anno, con un grandioso concerto conclusivo al Madison Square Garden di New York.
A questo punto, l’ultima esibizione della band è destinata a restare quella del 9 settembre 2023, sul palco della USB Arena di Elmont, seguita da un comunicato stampa in cui la band annunciava la necessità di posticipare alcune tappe del tour che man mano sono diventate troppe per poter pensare di recuperarle tutte. Mesi di attesa che hanno portato ad una scelta ormai inevitabile, diffusa attraverso un lungo post sul profilo Instagram della band: “Abbiamo dovuto prendere una decisione straziante e difficile, ma necessaria. Ci ritiriamo dai tour. È stato un onore per le nostre vite vedere la nostra musica diventare parte della vostra. In ogni club, in ogni grande tour e nei momenti grandiosi e privati ci avete dato un posto nella colonna sonora delle nostre vite. Come sapete, la voce di Steven è uno strumento come nessun altro. Ha trascorso mesi lavorando instancabilmente per riportare la sua voce al livello in cui si trovava prima dell’infortunio. Lo abbiamo visto lottare, ma nonostante avesse la migliore squadra medica al suo fianco, purtroppo è chiaro che un recupero completo vocale non è possibile. A tutti voi, i miglior fan del pianeta Terra. Ascoltate la nostra musica ad alto volume, ora e sempre. Continuate a sognare”.
Nati nel 1970 a Boston, in oltre mezzo secolo gli Aerosmith hanno conquistato un’immensità di premi entrando nella “Rock and Roll hall of Fame” e al 59esimo poeto della classifica dei 100 miglior artisti di sempre per la rivista “Rolling Stone”. Letteralmente esplosi nel 1975 con “Toys in the Attic”, negli anni ’80 la band attraversa momenti di crisi dovuti in massima parte alle dipendenze dei componenti. Dopo aver sfiorato lo scioglimento, nel 1986 la band riparte per non fermarsi più. Fra i momenti più alti “I Don’t Want to Miss a Thing”, brano che fa da colonna sonora al film del 1998 “Armageddon”, dove al fianco di Bruce Willis e Ben Affleck compare fra i protagonisti anche Liv Tyler, la figlia di Steven.
Quella del tour di addio è ormai una consuetudine del mondo musicale. Oltre a Elton John, che ha moltiplicato il suo “Farewell Yellow Brick Road” in 300 date dal 2018 al 2023, i Kiss hanno fatto lo stesso con l’End of the Road World Tour, seguiti dal “The Long Goodbye Tour” degli Eagles ancora in corso e destinato ad andare avanti fino al 2025. Due anni durerà il tour d’addio di Umberto Tozzi e 1000 giorni quello di Claudio Baglioni. Ma il record spetta a Bob Dylan: il suo “Never Ending Tour” è iniziato nel 1988 e nessuno sa quando finirà davvero.