Galleria fotografica

Messo sotto attacco dal fisco delle maggiori metropoli del mondo, che negli affitti brevi hanno letto un preoccupante calo del mercato immobiliare, il colosso “Aibnb” lavora sul proprio futuro, che potrebbe essere molto diverso da quello che ha fatto la fortuna di quello attuale. Partito nel 2007 come portale che mette in contatto privati in cerca di camere o alloggi con chi li ha disposizione, solo cinque anni dopo Airbnb contava offerte in 26mila città di 192 paesi al mondo, raggiungendo la soglia dei 10 milioni di prenotazioni. Una rivoluzione tanto semplice quanto epocale del modo di viaggiare.

Ma adesso, secondo quanto dichiarato dal Ceo Brian Chesky al “Financial Times”, Airbnb “andrà oltre il proprio business”, allargandosi sul settore delle esperienze e dei servizi. Tutto nasce da una possibile crisi aziendale dettata dalle nuove norme sugli affitti a breve termine lanciata a New York e subito imitata da città come San Francisco, Barcellona, Amsterdam e Parigi, che potrebbe veder sparire dal mercato il 70% degli alloggi attualmente presenti.

“Stiamo studiando opportunità future di andare oltre i viaggi, il nostro core business, per entrare in modo consistente nella vita quotidiana dei consumatori”. Fra le novità Chesky parla degli affitti a lungo termine, fino ad un massimo di un anno: qualcosa più vicino al mercato immobiliare che a quello turistico, visto che finora gli affitti superiori a 30 giorni si limitavano al 18% dei soggiorni.

“Il mondo post-pandemia è cambiato e c’è un mercato ancora in parte da esplorare di affitti per uno, due o tre mesi da parte di chi, grazie allo smart working, decide di spostarsi per diversi mesi. Ma in questo, i privati affittano pochi appartamenti perché c’è la possibilità che l’inquilino non paghi e i tempi per lo sfratto possono diventare biblici: se invece trovassimo una formula per ovviare al problema, andremmo a prenderci un mercato che ha enormi potenzialità”.

A tutto questo, potrebbe aggiungersi anche il noleggio auto e la nascita di catene pop-up di ristoranti: le prime, da noleggiare a tempo da chi ne ha una inutilizzata chiusa in garage, sulla falsariga del principio degli alloggi: “un’opportunità che consideriamo molto interessante”.