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Soffia sulle 70 candeline la “fidanzata d’Italia” per antonomasia, la mitica Alfa Romeo Giulietta, un modello che ha fatto la storia dell’automobile e ancora oggi è un punto di riferimento per gli appassionati delle quattro ruote in tutto il mondo.

All’inizio degli anni ‘50 il Marchio milanese, recente vincitore di due campionati di F1 consecutivi con l’Alfetta condotta prima da Farina e poi da Fangio nel 1950 e 1951, voleva creare un modello che sostenesse i volumi di produzione e si rivolgesse a un pubblico più vasto e meno elitario, senza tradire le caratteristiche principali che avevano già decretato il successo di Alfa Romeo: stile, prestazioni e affidabilità.

Il Centro Stile Alfa Romeo si mette all’opera e le proposte non mancano, ma quella vincente è targata Bertone, ad opera della matita dell’insuperabile Franco Scaglione, lo stesso designer della quasi contemporanea “2000 Sportiva”, della successiva “Giulietta Sprint Speciale” e della meravigliosa “33 Stradale” del 1967.

Ne esce una vettura bassa, con una fiancata semplicissima e pulita, mentre il posteriore, con il lunotto molto inclinato e avvolgente, è caratterizzato da due “pinnette” laterali, che donano dinamicità all’insieme: anche da ferma, la Giulietta sembra in movimento. In Alfa Romeo se ne innamorano subito e due settimane prima del lancio, nel cortile del Portello viene organizzata un’anteprima per gli addetti ai lavori e le autorità: da un elicottero scendono due attori negli shakespeariani costumi di Romeo e, ovviamente, Giulietta.

La presentazione ufficiale al pubblico va in scena il 21 aprile 1954 al Salone dell’Automobile di Torino, con la sola versione coupè, cosa alquanto insolita per un’epoca in cui era sempre prevista prima la versione berlina: la Giulietta “Sprint” colpisce immediatamente nel segno e nel giro dei primi giorni del Salone vengono raccolti circa 2.000 ordini, una cifra enorme per quel periodo.

Di fatto, Alfa Romeo entra in un nuovo scenario competitivo, quello delle coupé compatte ad alte prestazioni, stabilendo nuovi standard tecnico-prestazionali che la mettono ad una rilevante distanza dai concorrenti. Il motore è un quattro cilindri bialbero (soluzione mutuata dalle corse) di 1,3 litri completamente realizzato in alluminio di derivazione aereonautica, settore nel quale l’Alfa Romeo ha sempre rappresentato un punto di riferimento, che spinge la vettura a circa 170 km/h, velocità elevatissima per l’epoca. La Sprint, nella versione “Veloce” si aggiudica anche la propria classe alla 1000 Miglia del 1956, oltre a innumerevoli vittorie su piste e strade di tutto il mondo.

La Sprint diventa la “fidanzata d’Italia”, una delle prime vetture con nome femminile e conquista i consensi del pubblico, in particolare quelli della borghesia medio-alta, che la vede come il simbolo del cosiddetto “boom economico” italiano. E quando dalle linee di produzione al Portello esce la Giulietta berlina numero 100.001, è Giulietta Masina in persona, musa di Federico Fellini, a festeggiare il traguardo produttivo: il primo a sei zeri per un modello della Casa Milanese.

Alla Sprint vengono presto affiancate numerose altre versioni come la berlina, la mitica Spider che tanto successo avrà negli USA e la Giulietta SZ a “coda tronca”: dal 1954 al 1965 sono state prodotte 177.690 Giulietta in tutte le sue declinazioni, a testimonianza di un successo e di un fascino che non accenna a diminuire nonostante il trascorrere del tempo.