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Dal prossimo anno l’arrivo dei pacchi di Amazon” non si annuncerà più attraverso il citofono, ma direttamente dal giardino e/o balcone di casa. Ormai è deciso: il colosso delle consegne a domicilio ha scelto l’Italia come terza fase di test per “Prime Air”, il servizio di consegna a domicilio con l’uso dei droni. Dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, toccherà al nostro Paese vivere l’emozione di vedersi recapitare direttamente a casa l’ordine entro 60 minuti, e per di più via cielo.

La decisione è stata annunciata a sorpresa a Seattle, nel corso di “Delivery the Future”, annuale appuntamento per il mondo dell’e-commerce dove vengono presentate le soluzioni di delivery più all’avanguardia. La scelta dell’Italia non è affatto casuale e non dipende soltanto da una massiccia e fedele presenza di clienti Amazon, quanto piuttosto dal fatto che il nostro Paese è considerato uno dei più evoluti nel campo dell’aviazione civile, con norme rigide da rispettare per garantire la massima sicurezza. Ultimo punto, la particolare conformazione dei centri urbani italiani, che passano dalle grandi città a piccoli borghi di provincia di pianta medievale. Insomma, farcela qui significa avere campo libero ovunque.

La faccenda non è nuova, se ne parla ormai da anni, ma sembrava onestamente una di quelle “americanate” che vanno tanto bene dall’altra parte dell’Oceano e difficilmente funzionano da noi, dove gli spazi sono diversi e quanti dispongono di un giardino sono sensibilmente meno di chi invece vive in condominio. Ma così non è. La scommessa di Amazon, se così si può dire, al momento sembra vinta su tutta la linea: dal punto di vista tecnologico e soprattutto normativo, scoglio non semplice da superare nella vecchia Europa e in particolare proprio qui da noi, dove le regole sono molto più stringenti rispetto agli States.

Per Amazon non si tratta solo di rendere più veloci e rivoluzionarie le consegne- con previsioni addirittura che parlano addirittura di consegne entro 30 minuti dall’ordine – ma di sicurezza: “Questi strumenti sono molto più sicuri di quanto non lo sia la consegna su strada. Il nuovo ‘MK30’, testato centinaia di volte, si è dimostrato il modo più veloce, pulito, ecologico e privo di rischi”.

Il drone, nuova versione dell’MK27 utilizzato nelle sperimentazioni in Texas e California, è un esacottero due volte più veloce e fino al 70% più silenzioso del precedente, in grado di consegnare pacchi dal peso massimo di 2,3 kg lasciandoli cadere da un’altezza massima di 4 metri. L’MK30 è dotato di tecnologia “sense-and-avoid” che permette al drone di individuare gli ostacoli aggirandoli, ma soprattutto in grado di superare imprevisti. A mala parata, è il drone stesso a scegliere di tornare alla base o di individuare uno spiazzo sicuro dove atterrare e attendere i “soccorsi”.

Al momento, il colosso Amazon sarebbe al lavoro con l’Enac, l’autorità nazionale dell’aviazione civile, per gettare le basi dell’inedito filone della mobilità aerea avanzata, ovviamente con il coinvolgimento dell’Easa, l’ente aereo europeo e soprattutto dell’industria aerospaziale che proprio a Torino è un’eccellenza. L’Italia sarà quindi il banco di prova per creare una normativa da estendere al resto d’Europa.

Al progetto mancano ancora i dettagli operativi, a cominciare dagli hub da cui partiranno i pacchi consegnati per via aerea, ma almeno nella fase iniziale saranno i clienti Amazon coperti dal servizio a scegliere tra la consegna tradizionale e quella di “Prime Air”.